Il geometra del Comune: “Licenziato senza motivazioni”

Vincenzo Cirrincione contesta la decisione dell'amministrazione comunale che l'ha messo in mobilità. Davanti al municipio, alcuni colleghi preoccupati e un "contestatore" venuto ad applaudire al licenziamento

Aria tesa a Carnago, dopo che il Comune ha licenziato (per ora: messo in mobilità) un geometra dell’ufficio tecnico, considerata una figura in esubero. Questa mattina era prevista la conferenza stampa dei sindacati e dello stesso lavoratore coinvolto, Vincenzo Cirrincione: fuori dal Municipio c’erano diversi dipendenti comunali preoccupati e anche un “contestatore” venuto per dare – per così dire – il suo appoggio alla decisione di allontanare il dipendente dagli uffici.

Cirrincione, che potrebbe essere il primo licenziato in Italia per esubero dal pubblico impiego, si è presentato davanti al municipio con il suo legale, l’avvocato Simona Stefanelli. Il geometra denuncia una costante campagna dell’amministrazione comunale contro di lui, fino al collocamento in disponibilità, preludio al licenziamento tra due anni: «È stato un continuo puntare il fucile contro di me, fino ad approfittare di questa legge, tirando il grilletto», ha sintetizzato. Se il sindaco parla (anche oggi) dell’ufficio tecnico come di un «esercito senza generali», fatto cioè di troppi funzionari, Cirrincione ribatte: «Non è vero che siamo troppi: i miei tre colleghi in ufficio tecnico lavorano tutti part-time, hanno anche attività propria, io sono l’unico a tempo pieno». Cirrincione spiega che «è stato chiamato prevalentemente per progettare» (le opere pubbliche del Comune), che la sua professionalità è riconosciuta, che nel precedente impiego a Legnano ha ottenuto risultati positivi ed encomi («mai un procedimento disciplinare»), che a Carnago aveva impostato il lavoro in modo moderno: «Eravamo arrivati a fare un programma per avere la certificazione ISO (per gli standard dei processi, ndr), oggi invece siamo tornati al medioevo».

Mentre Cirrincione parlava, intorno a lui e ai sindacalisti si sono raccolte altre persone, dipendenti del Comune. Al di là del caso specifico, l’aria è comunque tesa e i sindacati sono preoccupati. Pesa il quadro nazionale, ma anche la situazione specifica locale: in questo senso, la presenza di un buon numero di dipendenti comunale fuori dal palazzo municipale è un segnale che – se non un malessere – di certo c’è preoccupazione per come potrà evolvere la situazione. Ad un certo punto è venuto avanti anche un professionista del paese, Mario Saccone, puntando il dito contro il funzionario («Sono dieci anni che aspetto questo momento») e contestando una persecuzione ai suoi danni. Accusa ovviamente rispedite al mittente da Cirrincione e dal suo legale, che hanno invitato a fornire fatti concreti.

Da ultimo, il lato "politico" della vicenda: Cirrincione ha anche accusato l’amministrazione di averlo rimosso dalla posizione dirigenziale pochi anni fa per lasciare il posto «ad un tecnico che appartiene allo stesso partito del sindaco». Il sindaco Maurizio Andreoli Andreoni, come ha già fatto ieri, respinge ogni ombra sulla vicenda: «Smentisco che ci sia un qualsiasi disegno di tipo politico-partitico. La scelta dei dirigenti è una delle poche prerogative sul personale che la Legge affida al sindaco» (leggi anche: sul licenziamento la giunta si divise). E sul ricorso al giudice del lavoro il sindaco si dice tranquillo: «L’udienza è fissata al 13 gennaio, sono convinto darà ragione a noi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Ottobre 2012
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