“La scuola è sotto attacco e noi la difendiamo”
Gli studenti spiegano le motivazioni che hanno portato 2.500 ragazzi a bloccare la Varesina e lo svincolo autostradale, ottenendo anche la solidarietà dei professori e del preside del liceo Grassi
«La scuola è sotto attacco e noi la difendiamo». Con queste parole i rappresentanti dei 2mila e 500 ragazzi spiegano le motivazioni che mercoledì mattina li hanno portati a sfilare per le vie della città di Saronno, paralizzando il traffico in città, bloccando parte della Varesina e per mezz’ora anche l’ingresso e uscita dell’autostrada A9.
In strada sono scesi gran parte dei giovani delle scuole superiori della città: Itis Riva, Ipsia Parma, Liceo Grassi, Liceo Legnani. «Abbiamo organizzato un corteo improvvisato proprio perchè volevamo far sentire il più possibile la nostra voce – raccontano i rappresentanti del collettivo Anopticon, promotore dell’inizaitva -. I professori del GB Grassi in segno di protesta hanno deciso nei giorni scorsi di sospendere tutte le attività extra-scolastiche, come i laboratori, le gite, gli Help pomeridiani, i corsi di recupero. Non possiamo accettare una situazione di questo tipo e la nostra proposta è in solidarietà dei professori a cui viene imposto un aumento delle ore senza motivo».
Il DDL Aprea al vaglio del Governo (da cui però è notizia delle ultime ore che sia stato stralciato l’aumento delle ore per i professori) è quindi sotto la lente della protesta degli studenti: «I professori hanno voluto darci un segnale forte e anche controverso – proseguono i rappresentanti degli studenti – ma che ha come obiettivo quello di farci svegliare. Noi non possiamo accettare questi peggioramenti della vita scolastica, senza muovere un dito, senza arrabbiarsi».
La protesta degli studenti, che all’inizio si sono trovati in piazza Santuario in più di 2.500, è proseguita tutta mattina, terminando al liceo Grassi intorno a mezzogiorno, con un pranzo di solidarietà con professori. Sono rimasti in circa 500 e il preside dell’istituto, Giulio Ramolini, ha poi incontrato gli studenti, esprimendo la propria solidarietà: «Condivido manifestazioni di questo tipo, soprattutto quando sono motivate. Questi ragazzi hanno la mia vicinanza ideologica e il mio sostegno per quanto stanno facendo. Non vogliono perdere solo qualche ora di scuola, stanno lottando per il loro futuro».
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