Mazzette al catasto? Tutti prescritti
Otto anni di indagine, 18 udienze di processo, un'accusa che passa da concussione a corruzione. Il tribunale dice che il reato c'è, ma i tempi sono scaduti
Il doppio binario, l’aiutino, la fotocopia estratta da una cartellina per far saltare la fila al professionista amico, mentre i normali utenti stavano in coda. Una pratica antipatica che per qualche anno, secondo la procura, era stata la normalità in alcuni sportelli all’ufficio del catasto di Varese (nella foto, la perquisizione dei carabinieri all’epoca dei fatti) . Diversi dipendenti sono finiti sotto processo con l’accusa di concussione, ma questa mattina per 5 di loro la vicenda si è risolta con una prescrizione. Ovvero, nessuna pena, anche se il tribunale di Varese ha stabilito che un reato c’era, ovvero la corruzione. Oggi il pm Luca Petrucci (che ha ereditato il fascicolo) ha dovuto precisare che l’accusa andava derubricata a corruzione e così i tempi processuali si sono improvvisamente accorciati (i fatti sono del 2003 e 2004). Le 18 udienze già celebrate sono risultate del tutto inutili.
C’è anche un altro paradosso. Si tratta di corruzione senza corruttori. Solo i dipendenti dell’agenzia territoriale sono finiti sotto inchiesta, mentre come è emerso dal processo i professionisti varesini che pagavano cifre di 5 euro, o 10 euro, per le fotocopie catastali – il cosiddetto doppio binario per saltare le code – non sono mai stati interessati da inchieste.
L’ipotesi investigativa iniziale era infatti che la colpa fosse tutta dei dipendenti indagati, i quali avevano “costretto” con le loro richieste, architetti, commercialisti e altri a versare. E invece oggi il tribunale ha in pratica stabilito che c’era un accordo corruttivo a discapito dell’utenza comune tra dipendenti e professionisti per creare una corsia preferenziale. Fin qui la decisione odierna, ma va detto che le difese dei dipendenti catastali annunciano che faranno probabilmente ricorso in appello poiché ritengono che i loro assistiti siano innocenti nel merito, e non solo grazie alla prescrizione. Alcune posizioni di quella vicenda sono già state stralciate verso i patteggiamenti. L’indagine era nata perché la gente rimaneva in coda anche di notte, e un cittadino esasperato aveva presentato una denuncia sulla pratica del “doppio binario” a pagamento.
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