Monza ha la deroga, Varese va nella maxi provincia
Il Consiglio delle autonomie locali dà il via libera all'area Varese, Como e Lecco. Galli: «Perchè questa rigidità con Varese?». Pdl: «O tutti o nessuno». Pd: «Questo quadro è irricevibile»
Nuovo passo in avanti nel processo per il riordino delle province. Il Consiglio delle autonomie locali (Cal) ha approvato una proposta di riordino delle province lombarde che prevede l’accorpamento di Varese con Como e Lecco. Richiesta poi di deroga per Monza-Brianza, Mantova e Sondrio. L’assemblea che ha votato il documento riunisce i presidenti delle province, i sindaci dei comuni capoluogo e i rappresentanti dell’Anci e dell’Upi (Unione province d’Italia).
Il documento approvato dal Cal dovrà ora passare al vaglio della giunta di Regione Lombardia.
Una soluzione che non convince il presidente della provincia di Varese Dario Galli. «Con il sindaco Fontana abbiamo fatto forse l’unica proposta tesa a superare le logiche campanilistiche emerse in assemblea, ovvero abbiamo chiesto che la Lombardia presentasse un riordino fatto su base storica e logica, mantenendo di fatto le 9 province storiche delineate nel 1948 e che rispettavano su media regionale i parametri della popolazione e del territorio. Ora la questione passa al Consiglio regionale e mi aspetto che venga avanzata al Governo una proposta sensata».
Il Presidente Galli ha poi espresso perplessità sulla deroga di Monza: «Nulla di personale con la realtà di Monza, ma faccio fatica a comprenderne la logica di mantenere una provincia nata qualche anno fa, che ha meno abitanti di Varese, ma un terzo del nostro territorio, che significa una dimensione sei volte inferiore a quello previsto dai parametri governativi. Fatico anche a comprendere l’elasticità delle deroghe valide per gli altri e la rigidità utilizzata per Varese».
Perplessità anche in casa PDL. «La deroga non può valere solo per alcune province – commenta il coordindatore del Pdl di Varese Lara Comi – . Vale il detto: o tutti o nessuno. A questo punto allora deve essere concessa anche per Varese, che paradossalmente paga più di altre, pur essendo virtuosa e avendo conti a posto e numeri di eccellenza che solo una decina delle 107 province italiane possono vantare. Varese ha inoltre una sua peculiarità, segnata da aspetti che le conferiscono un’unicità, dai 26 mila frontalieri che concorrono all’economia della zona, alla presenza dell’aeroporto di Malpensa, a una conformazione del territorio che si caratterizza per diverse tipologie ambientali. Mi auguro che prima del passaggio definitivo ci sia ancora tempo, nei successivi step, per un ripensamento e una nuova rimodulazione dello schema di riordino delle province lombarde». «Non credo sia saggio lasciare mano libera al governo nel riordino delle province. Un governo che ha già dimostrato in molte occasioni di non amare affatto le autonomie locali e di ricercare ogni occasione per riportare al centro tutti i poteri, come se avessimo bisogno di più ministeri romani e procedure in capo allo stato centrale. Non si confonda la cattiva amministrazione di alcuni poteri locali – alla quale in Lombardia ci sentiamo di non aver contribuito – con il ruolo insopprimibile delle regioni e degli enti locali», afferma l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo che ha aggiunto: «Se la Regione si astenesse dal fare una proposta entro il 22 ottobre o si limitasse a proposte incoerenti con i criteri stabiliti dal governo esporrebbe il territorio lombardo al rischio di decisioni prese a Roma sopra la nostra testa. Non discuto la fondatezza delle argomentazioni a sostegno dell’efficienza della Provincia di Varese, che condivido: la nostra provincia non è né un costo né tantomeno uno spreco. Ma pongo un problema diverso: conviene al nostro territorio incaponirsi in una battaglia di bandiera con il rischio tutt’altro che infondato – a maggior ragione alla luce delle decisioni assunte oggi dal CAL – di rimanere isolati e senza alcun risultato concreto? A me sembra più opportuno cogliere le positività che ci sono anche in questa evenienza e sono convinto che una grande provincia del Nord – che comprenda almeno Varese, Como e Lecco, meglio ancora se anche Sondrio e la Brianza – contenga anche molte opportunità per un territorio dinamico come il nostro. Sarebbe certamente una macroprovincia, particolarmente adatta a dialogare da una posizione di forza all’interno di una macroregione che tanti, me compreso, auspicano si possa presto realizzare».
Poco soddisfatti anche i rappresentanti regionali del Partito Democratico. «Questo quadro è irricevibile – dichiarano Alessandro Alfieri e Stefano Tosi – e ci stupisce che gli amministratori di Varese non abbiano saputo correggerlo. È evidente che la spending review lanciava una sfida per il riassetto dell’amministrazione locale a cui era necessario rispondere con coraggio e volontà di innovazione. Così non è stato e l’introduzione di deroghe per ben tre province di fatto sconfessa la linea proposta dal Governo, mettendo in dubbio anche la possibilità di effettuare quella riforma degli enti territoriali che attendiamo da anni e che potrebbe incrementarne l’efficienza e l’efficacia. In Consiglio regionale lavoreremo per correggere questa impostazione».
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