Riforma Fornero, come cambia il mercato del lavoro
Più di un centinaio le aziende che hanno partecipato all'incontro di approfondimento organizzato dall'Unione degli industriali
La riforma del mercato del lavoro, con tutto ciò che prevede sul fronte della flessibilità in entrata e in uscita. Continua il percorso di incontri organizzato dall’Area Lavoro e Previdenza dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese per accompagnare le imprese nella scoperta e nella giusta applicazione della riforma Fornero. Con appuntamenti che si inquadrano nel più ampio programma del ciclo inFORMARSI, incontri di aggiornamento gratuiti per le aziende associate.
Più di un centinaio quelle che ieri hanno partecipato a Gallarate all’appuntamento focalizzato su come le aziende dovranno e potranno dare applicazione concreta alle nuove disposizioni riguardanti, ad esempio, i contratti a termine, quelli a progetto e le prestazioni delle partite Iva, da un lato; e le procedure per gestire l’uscita dal mercato del lavoro, dall’altro.
Un tour de force, con una giornata intera di lavori, durante la quale, al di là dei dettagli tecnico-normativi, sono, ancora una volta, emerse tutte le perplessità delle imprese, più volte rimarcate anche dal Sistema Confindustria, riguardo alla capacità della nuova normativa di favorire l’occupazione in un momento congiunturale come quello attuale. In particolare per quanto riguarda la flessibilità in entrata, contratti a termine, collaborazioni a progetto, partite Iva vengono sottoposte ad un regime talmente rigido di norme che ne riducono l’operatività, anche in considerazione dell’oneroso impianto sanzionatorio legato alle infrazioni.
Una riforma, dunque, in peggio, nata con l’intento condivisibile di limitare gli abusi della flessibilità in entrata. Un obiettivo che, però, secondo Confindustria, sarebbe stato meglio inseguire non con una limitazione delle potenzialità degli strumenti in vigore prima della riforma, ma con un aumento dei controlli su questi ultimi.
Fin qui le opinioni, che hanno lasciato, però il posto all’attenzione per gli aspetti tecnici della riforma, riassumibile in una domanda: cosa cambia ora per le imprese? Per rispondere ai quesiti e ai dubbi dei rappresentanti aziendali sono intervenuti Andrea Morone e Franco Toffoletto dello Studio Toffoletto De Luca Tamajo e Soci.
Il contratto a termine con le nuove scadenze e le sanzioni per chi non rispetta la normativa, introdotte dal nuovo regime. Il lavoro a tempo parziale. Il lavoro intermittente, il cosiddetto Job and Call, con i vari obblighi i comunicazione previsti. La collaborazione coordinata e continuativa a progetto, con i requisiti previsti da questo tipo di contratto. L’associazione in partecipazione con apporto lavorativo. Il lavoro occasionale di tipo accessorio. Queste le varie forme che può assumere la flessibilità in entrata a disposizione delle aziende, a cui sono state illustrate tutte le novità, con un taglio operativo e molto pratico. Cosa si può ancora fare e cosa è cambiato. Quali strumenti sono ancora a disposizione per la gestione delle risorse umane e quali, invece, sono le trasformazioni da tener presente per non incappare in errori e, quindi, nell’obbligo di far fronte ad ammende.
Infine il focus pomeridiano sul tema della flessibilità in uscita. Con la lente degli esperti puntata soprattutto sulla nuova procedura per il licenziamento “per motivi economici”, le conseguenze derivanti dalla nuova formulazione dell’articolo 18 e la convalida delle dimissioni.
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