Segregata in casa dalla famiglia, ragazzina si ribella

Una 17enne pakistana ha raccontato di esser stata isolata dal resto del mondo, in vista di un matrimonio combianto: ha avuto la forza di ribellarsi, dopo la segnalazione la Polizia l'ha portata in un luogo protetto

Maltrattata e segregata in casa, isolata dalle amiche, privata della possibilità neppure di frequentare la scuola: sarebbe la condizione drammatica in cui si trovava una giovane pakistana diciassettenne che abita a Gallarate. Alla fine la ragazza – vedendo profilarsi all’orizzonte la prospettiva di un matrimonio combinato – ha trovato il coraggio di ribellarsi e ha chiesto aiuto al Telefono Azzurro.
Gli agenti del Commissariato di Gallarate diretto dal commissario capo Gianluca Dalfino alla fine delle indagini hanno denunciato il padre, cittadino con regolare permesso di soggiorno, per maltrattamenti in famiglia inflitti nei confronti della figlia diciassettenne.

Dalla denuncia resa dalla ragazza è emersa una serie di costrizioni fisiche e psicologiche subite ad opera del padre, con l’avallo tacito o espresso degli altri componenti della famiglia (che vive nei pressi di Gallarate), in un quadro definito dagli inquirenti di particolare arretratezza culturale e sociale. Secondo quanto riferito dalla giovane, da almeno un anno le è stato di fatto impedito di frequentare la scuola a cui era regolarmente iscritta, in quanto secondo i parametri ultratradizionalisti della famiglia di appartenenza l’istruzione della donna non sarebbe indispensabile, data la certezza di essere in futuro adibita a mansioni familiari e domestiche.
Le sarebbe stato impedito anche di incontrarsi e comunicare con le amiche e comunque con persone non appartenenti al nucleo familiare, ed inoltre la sua libertà di uscire dalla casa sarebbe stata fortemente limitata alle condizioni di volta in volta stabilite dal padre: stando alla sua denuncia non poteva usare liberamente il telefonino, del quale pochi mesi fa sarebbe stata  definitivamente privata.

La ragazza ha rivelato poi di essere stata promessa in sposa ad un cugino che vive tuttora nella madrepatria, nonostante avesse manifestato a lungo la propria opposizione al matrimonio combinato, e che nel corso di un recente viaggio in Pakistan avrebbe anche avuto luogo una sorta di cerimonia di fidanzamento: l’insieme delle costrizioni subite sarebbe in ultima analisi finalizzato a preservarne l’”onore” prematrimoniale. La minorenne ha denunciato di essere stata violentemente minacciata e percossa in molte occasioni allo scopo di annichilire la sua capacità di resistenza, senza avere mai potuto fare ricorso alle cure mediche, dato il timore del padre che la situazione potesse trapelare all’esterno. Nei giorni scorsi però, approfittando di una disattenzione dei familiari, è riuscita a contattare telefonicamente Telefono Azzurro, dal quale la preoccupante segnalazione è stata inoltrata ai servizi sociali del Comune di Gallarate ed al Commissariato.

D’intesa con la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Milano, la ragazza è stata quindi prelevata dall’abitazione familiare e condotta in Commissariato, dove in presenza degli specialisti dei servizi sociali ha sporto una formale denuncia. Subito dopo è stata temporaneamente portata presso una struttura protetta in attesa di ulteriori accertamenti sulla vicenda e delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria che ne seguiranno.

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Pubblicato il 18 Ottobre 2012
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