Accordo sui conti in Svizzera: “Una catastrofe per il Ticino”
Mentre Roma e Berna discutono i dettagli dell'intesa fiscale il partito di Bignasca promette battaglia: «A rischio l'occupazione e la piazza finanziaria del Cantone»
La Svizzera vorrebbe arrivare a un’intesa prima di Natale, l’Italia prende tempo, il Canton Ticino inizia a brontolare. C’è fermento attorno alle trattative tra Roma e Berna in materia di accordi fiscali. La posta in gioco infatti è molto elevata per entrambi gli Stati. Per la Svizzera lo è sul fronte della difesa del segreto bancario dalle pressioni dell’Unione Europea, per l’Italia su quello della lotta all’evasione fiscale. Secondo alcune stime nelle banche elvetiche gli italiani avrebbero depositato circa 120-150 miliardi di euro e sarebbero alcune decine i miliardi che il fisco italiano potrebbe recuperare raggiungendo un accordo con la Confederazione. L’intesa allo studio tra i due paesi è tutta da definire ma potrebbe rispecchiare il modello di quelle già adottate tra la Svizzera e la Germania, l’Austria e l’Inghilterra (leggi i dettagli degli accordi)
Accordo entro Natale? – Il primo a esporsi, annunciando anche delle scadenze, è stato l’ambasciatore elvetico Oscar Knapp che all’Ansa ha dichiarato che l’accordo fiscale tra Svizzera e Italia potrebbe essere concluso entro il 21 dicembre. L’ambasciatore ha inoltre ricordato che gli incontri dei delegati dai due stati si sono intensificati a partire da questa estate con cadenza, in alcuni casi, anche settimanale.
Sulle date invece l’Italia non si espone: «Stiamo lavorando con grande lena, ma ci sono ancora problemi sul tavolo in termini di trasparenza, riciclaggio, scambio di informazioni» ha dichiarato il ministro dell’economia Vittorio Grilli che ha aggiunto: «è prematuro parlare di cifre: prima di discuterne, bisogna vedere i parametri dell’accordo». Il negoziato è comunque ancora in corso. Tra le ipotesi sui contenuti si è parlato anche della possibilità di prevedere aliquote comprese tra il 30 e il 35 per cento. A tanto ammonterebbe il prelievo sulle attività finanziare detenute nella Confederazione.
Un accordo miliardario – Secondo l’ex ministro Renato Brunetta l’accordo fiscale con la Svizzera potrebbe restituire "da 25 a 35 miliardi" una tantum ai quali si aggiungerà un gettito "importante" permanente.
Lega dei Ticinesi: "Una catastrofe per il Ticino" – Alla notizia di un accordo in fase di conclusione il partito di Bingasca promette battaglia: la Lega «annuncia già sin d’ora che si opporrà con tutte le proprie forze e con ogni mezzo a qualsiasi accordo fiscale con l’Italia che preveda un’aliquota superiore all’8-10%. In caso di approvazione di un’aliquota superiore a questa percentuale, dunque, la Lega lancerà il referendum contro un accordo che provocherebbe una catastrofe occupazionale sulla piazza finanziaria ticinese. Aliquote di quel genere sarebbero infatti catastrofiche, e non possono in nessun caso essere accettate. Nemmeno un Consiglio federale che ha fatto del cedimento ad oltranza la propria politica deve potersi permettere di giungere ad accordi simili, sulla pelle dei ticinesi. ».
Leggi anche – Nelle trattative con la Svizzera anche le tasse dei frontalieri
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