Alberi monumentali: belli e ricchi di risorse, anche per il territorio
Un convegno di due giorni (22 e 23 novembre a Ville Ponti) mette in evidenza l'importanza degli alberi monumentali in tutto il mondo e in città, senza dimenticare l'arte e la filosofia
“La natura non fa nulla di inutile”. Si potrebbe partire da questa affermazione di Aristotele per raccontare i due giorni di convegno che si stanno tenendo al Centro Congressi di Ville Ponti e che prendono il titolo di “I Monumentali, convegno internazionale sulla cultura, filosofia e tecnica degli alberi veterani”. Un convegno per raccontare e conoscere gli alberi, nella loro bellezza più filosofica ma anche dal punto di vista tecnico, per forza, equilibrio, grandezza e importanza nell’ecosistema. Un incontro quello organizzato da M.A.I. (Modern Arboriculture Istitute) con i patner A.S.R. (Associazione sviluppo rurale) e Jardin Suisse (associazione che raggruppa i giardinieri professionisti del Canton Ticini) che si è aperto ufficialmente questa mattina, giovedì 22 novembre e che fino a domani sera propone incontri con esperti del settore (ma anche visite guidate per la città) parlando degli alberi di tutto il mondo: si parla di cultura e filosofia, dei monumentali nel mondo, fino alle conoscenze biologiche e alla prospettive future. Ma perché un convegno sugli alberi? «Perché
sono la maggior bellezza di tutti i paesaggi e Varese è ricchissima di questi alberi monumentali che devono anche rappresentare anche un’attrattiva turistica», spiega Daniele Zanzi di M.A.I. e organizzatore dell’evento. Mentre scorrono le immagini di grandi alberi sparsi in tutto il mondo infatti, non ci si dimentica del territorio che ospita un evento di portata internazionale e che ha bisogno di ricordare l’importanza della natura che lo circonda: «Gli alberi sono la nostra storia e la nostra cultura. Varese ha tanti alberi monumentali ma, ad oggi, non vedo una politica che abbia una visione “alta” rispetto a questo. Non c’è una vera strategia per lanciare Varese come “città giardino”. Convegni come questo possono sopperire a questa mancanza e io spero che la città si faccia promotore di una settimana dell’ambiente una volta all’anno, con un vero e proprio festival». Un inizio quindi, questa due giorni, che si apre con la presentazione del progetto di censimento “Pro Arbora”, un programma Interreg di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera che ha visto un team lavorare per due anni raccogliendo informazioni e immagini sugli alberi monumentali di Varese, Como e Svizzera. Solo a Varese ne sono stati censiti 120, tra luoghi pubblici e privati e sul sito http://www.proarbora.it si possono trovare tutte le schede a loro dedicate. Ma qual è l’albero simbolo
di Varese, «Il Cedro del Libano di via Veratti, il famoso “piantone”» assicura Zanzi senza dimenticare, per esempio, il Cedro dei 2 Re a Villa Mirabello o il Faggio di Cuvio dal quale, alla base sgorga una sorgente. Alla fine della mattinata, nel giardino di Ville Ponti è stato piantato un nuovo albero: una corbezzolo mediterraneo «perché è l’unica pianta che a dicembre porta il coloro verde, rosso e bianco, i colori della bandiera italiano e, come ho chiesto scrivendo a Napolitano, vorrei che fosse piantata nel giardino di ogni scuola». Dopo la piantumazione spazio alle performance artistiche di Nedda Bonini e Andrea Pavinato che hanno dimostrato e fatto ascoltare il suono delle piante e di Luigi Berardi con la performance “Azione archeo-arborea” con influenze geomantiche. Due momenti in cui è stato facile capire come il mondo della natura, e delle piante in particolare, non sia immobile ma ha qualcosa da raccontare. Basta ascoltarlo.
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