Corteo di protesta contro i tagli ai lavoratori che “ammortizzano” la crisi
Inps, ex Inpdap e Inail: previdenza, ammortizzatori e sicurezza sul lavoro. Sulle scrivanie dei loro dipendenti passa la bilancia della crisi economica e adesso protestano per i nuovi tagli
Un lungo corteo di protesta che da piazza repubblica ha attraversato tutta Varese fino a villa Recalcati per incontrare il prefetto. Erano i dipendenti degli enti pubblici Inps, ex Inpdap e Inail ai quali il Governo ha dato una sforbiciata a quella parte di stipendio legata al raggiungimento di determinati obiettivi.
Sono scesi in piazza a centinaia guidati da tutte le sigle sindacali al completo: Cgil Cisl Uil Usb, Filp Cisal e tutte le rsu.
Loro sono le persone che stanno dietro a tutto il welfare state di cui si sta parlando in questi anni di crisi: ammortizzatori sociali, pensioni, sicurezza sul lavoro. La vera bilancia della crisi economica sono le pratiche che stanno passando dalle loro scrivanie: «il 400% in più solo in provincia di Varese da quando c’è la crisi».
Adesso stanno alzando la voce per un singolo provvedimento, ma la loro critica è più ampia e mira a denunciare un precisa volontà del Governo volta a smantellare la gestione pubblica del welfare state. Questo secondo il loro punto di osservazione: «il pubblico è già passato dalla riduzione dell’indennità per chi usufruisce della legge 104, la riduzione del buono pasto, il blocco del turn over – spiega Ciro Calemme del Filp Cisal -. Dalle mani di questi lavoratori passa l’enorme carico di lavoro determinato dalla crisi economica. In Francia e Germania a gestirlo ci sono il triplo dei lavoratori e nonostante ciò il comparto italiano è uno dei più avanzati in Europa».
Dopo i provvedimenti della spending review adesso i lavoratori contestano un nuovo provvedimento. È l’articolo 4 della legge di stabilità, quello che riduce le spese del pubblico tagliando le risorse destinate ai progetti speciali per un cifra complessiva di 300 milioni di euro annui. Si tratta di quella parte di stipendio legata al raggiungimento di determinati obiettivi che vengono fissati dagli enti anno per anno. Una sforbiciata in più all’interno di una serie di provvedimenti dietro i quali i lavoratori vedono lo smantellamento del pubblico: «la verità è che tutto il lavoro che noi facciamo vale il 30% del Pil – spiega Calemme – ed è una fetta sul quale sono puntati gli interessi dei grandi gruppi assicurativi e finanziari. E il Governo sta agendo per favorire questi grandi capitali privati».
Dopo il ritrovo mattiniero in piazza Repubblica i lavoratori hanno attraversato tutta la città per l’incontro con il prefetto, «vogliamo dire allo stato che noi non ci fermeremo – spiega Calemme – se questa è la situazione faremo altre manifestazioni coinvolgendo tutto il settore del pubblico, perchè con questi tagli non potrà più essere garantito il servizio a cittadini e pensionati».
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