“Futuro e Libertà non esiste più, ripartiamo dal territorio”
I consiglieri provinciali Marchetta e Colombo insieme a Luca Ferrazzi ufficializzano la svolta: "Voltiamo pagina e ripartiamo. Alle regionali? Quello di Maroni il progetto più innovativo"
Da oggi si volta pagina e si riparte: «destra, partecipazione civica e territorio». Gli esponenti di Futuro e Libertà in provincia di Varese chiudono la loro parentesi con il partito nazionale per concentrarsi su un nuovo impegno politico sul territorio.
I consiglieri provinciali Domenico Marchetta e Marco Colombo, accompagnati dal segretario Fli Luca Ferrazzi, dall’ex assessore varesino Salvatore Giordano e dal segretario di Generazione Futuro Massimiliano Politi, ufficializzano la svolta: «Futuro e Libertà non esiste più, noi ripartiamo a fare politica sul territorio con l’associazione “Ricordare il futuro”».
I due consiglieri hanno già comunicato al consiglio il loro passaggio al gruppo “Alleanza per la Lombardia ricordare il futuro” e da oggi cominciano a scrivere una pagina nuova: «non rinneghiamo niente di quello che abbiamo fatto e del ruolo che ha svolto Futuro e Libertà nella politica italiana – spiega Ferrazzi – ma adesso dobbiamo tornare a concentrarci sul territorio: Futuro e Libertà di fatto non esiste più o è lontano dalla rappresentanza degli interessi sul territorio, noi invece vogliamo continuare a portare il nostro impegno e la nostra storia al servizio dei cittadini».
Niente partito, dunque, ma un associazione della società civile. Gli ex Fli ripartono da tre parole chiave: «impegno, destra e questione settentrionale. Da qui ripartiamo per ricostruire una rappresentanza politica a chi, come noi, non si sente più rappresentato da questo centrodestra, e per dare il nostro contributo per i prossimi appuntamenti elettorali».
Il più vicino dei quali sembra essere già l’appuntamento con le urne Lombarde per le regionali. Gli ex Fli guardano ai movimento nel campo di destra e sono molto interessati al progetto di Roberto Maroni. «Albertini è un buon candidato – spiegano – ma aspettiamo di vedere chi saranno i suoi compagni di viaggio e i contenuti che metteranno in campo. Quello di Maroni ci sembra invece il progetto più innovativo – spiega Ferrazzi – perché apre alle forze della società civile e del territorio. In ogni caso staremo a vedere perché allo stato dei fatti, in entrambi i casi, non vediamo un progetto definito sul quale prendere una decisione».
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