I posti ospedalieri varesini sono già da “spending review”

Cauto ottimismo verso i possibili effetti della spending review sull'offerta sanitaria in provincia. Varese dovrebbe essere a posto, qualche limatura forse a Gallarate e Busto

Saranno oltre 7.400 i posti letto ospedalieri che saranno chiusi in Italia a causa della spending review. Il Ministero della Sanità ha fornito i numeri precisi della riorganizzazione che interesserà tutte le regioni e i diversi letti: per acuti, lungodegenti e riabilitativi. Dagli attuali 231.707 posti si dovrà arrivare a 224.318, di cui 43.438 per post-acuti. Il rapporto, quindi, scende a 3,7 letti ogni mille abitanti, di cui il 3% per gli acuti e lo 0,7 per riabilitazione e lungodegenza. 
La Regione Lombardia è tra quelle che dovrà mettere mano alla sua rete e snellirla del 14,8%. Una riordino che dovrebbe passare anche dalla riorganizzazione regionale dei reparti per fare in modo che si evitino doppioni in favore delle unità operative che assicurano una certa mole di lavoro e un’occupazione dei letti tra l’80 e il 90%.

Quali saranno gli effetti in provincia di Varese? Le opinioni sono contrastante. Il segretario provinciale del comparto sanità della Cisl Nino Ventola fa notare che l’opera di contenimento sia già stata avviata dalle tre aziende varesine nei mesi estivi e che proseguirà, anche grazie alle indicazioni fornite nei Piani dell’offerta aziendale che adranno in regione il prossimo 15 novembre: « La novità è contenuta nei conteggi dei posti per la riabilitazione e la lungo degenza. Questi obbligano a rivedere l’offerta nei singoli presidi».

Meno preoccupato da ricadute sulla popolazione è il rappresentante della Cgil Giancarlo Ardizzoia che ricorda le parole appena pronunciate dal direttore dell’Asl Daverio: « Gli attuali numeri non lasciano spazi a riduzione, anche se non ci sono tavoli aperti di confronto su questo delicato tema. In Lombardia dovrebbero sparire tra i 2000 e i 2300 posti letto ( a seconda della lettura regionale o ministeriale) ma non si sa dove ricadrà la scure. Per ora si fanno solo illazioni. I POA non danno indicazioni su questo capitolo perchè sono solo linee per ridisegnare la scatola, senza dettagli sui contenuti. Credo, comunque, che la penuria di posti nel Nord della provincia sia cosa risaputa, nel Sud l’offerta è indubbiamente maggiore e ci potrebbe essere qualche limatura».

Anche Alessandro Alfieri, consigliere regionale del PD che dalla primavera scorsa è attento all’evoluzione dell’offerta sanitaria, si dice tranquillo: «Ritengo che i tagli interesseranno di più il privato e la riabilitazione. Penso che l’azienda di Varese sia già be assestata sui nuovi parametri. Forse qualcosa sconteranno le due aziende di Gallarate e Busto, ma ritengo saranno minimi, con possibili trasformazione dei letti da acuti in sub acuti. Comunque chiederemo all’assessore alla sanità di presentare la situaizone lombarda con gli scenari che si andranno a realizzare entro fine anno».

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Pubblicato il 09 Novembre 2012
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