Il Corvo del Viminale “plana” sul 112 di Varese
Veleni e misteri dietro l'esposto anonimo che ha provocato le dimissioni (poi rientrate) del vicecapo della polizia di stato. Il numero unico dell'emergenza è citato tra gli sprechi , ma chi ci lavora ritiene sia un errore
La vicenda del corvo del Viminale tira in ballo anche Varese. I fatti: il ministero dell’interno è scosso da un esposto anonimo in cui si dice che alcuni dirigenti del dipartimento di pubblica sicurezza gestivano un sistema di appalti indirizzato ad azienda amiche.
Il documento anonimo, inviato direttamente al ministro Cancellieri un mese fa, chiama in causa oltre al vicecapo Nicola Izzo, il prefetto Giuseppe Maddalena, a capo dell’Ufficio Logistico del Dipartimento di Pubblica sicurezza del Viminale fino allo scorso settembre. Izzo si è dimesso ieri ma il ministro Cancellieri ha rifiutato le sue dimissioni.
(foto: il giorno della presentazione del servizio, insieme Maroni, Formigoni, il capo della polizia italiana Manganelli e quello dei carabinieri Gallitelli)
La lettera del corvo cita anche tra le magagne la sperimentazione del numero unico dell’emergenza fatta a Varese, il 112, che sarebbe stata avviata senza appalto, e "per compiacere l’allora ministro Roberto Maroni".
Abbiamo chiesto lumi sulla vicenda ad Areu, l’agenzia regionale dell’emergenza – che gestisce il servizio – e ci hanno risposto che i fondi sono stati tutti forniti dalla regione Lombardia. Il personale è pagato dalla regione stessa e le apparecchiature tecniche in parte erano già nella disponibilità del 118 di Varese, da cui era partita la sperimentazione. Quanto al contratto telefonico non abbiamo avuto ulteriori informazioni. Il 112 è stato avviato nel 2010 a Varese, una sperimentazione era stata avviata anche nel 2009 a Salerno ma in quel caso si limita a smistare le chiamate a polizia e carabinieri senza filtro. Il Corvo infatti sostiene che quella di Varese era un doppione e che ha fatto sprecare soldi. Ora, a Varese non è chiaro quale sia stato il costo per il ministero, poiché fino a questo momento le persone che abbiamo contattato ci hanno detto che ha pagato tutto la regione.
La centrale di Varese ha 49 dipendenti distribuiti su vari turni, e ha preso in carico proprio oggi alle 14 e 30 anche la provincia di Bergamo, oltre a quelle di Como, Lecco e Sondrio, ovvero quasi 4 milioni di abitanti.
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