Il Palace Grand Hôtel fu trasformato in ospedale di guerra
Progettato dal milanese Giuseppe Sommaruga, durante la seconda guerra mondiale divenne "Ospedale colle Campigli" e accolse i feriti che numerosi arrivavano dal fronte greco
«Varese oramai è diventata una stazione climatica italiana di primo ordine non solo, ma una delle più rinomate d’Europa». Così si legge sulla «Lettura», rivista mensile del «Corriere della Sera», del 1914. Le bellezze naturali che circondano la cittadina lombarda, «a mezz’ora di ferrovia» da Milano, erano diventate più facilmente raggiungibili e fruibili grazie alla rete di tramvie, di funicolari, di strade automobilistiche. Ed anche grazie alla diffusa offerta di ospitalità turistica a buon mercato o decisamente lussuosa. Tra le residenze più raffinate ed eleganti, spiccavano il Grand Hôtel Tre Croci a Campo dei Fiori (foto), aperto dal 1° giugno a tutto ottobre (i lavori per la sua realizzazione erano terminati nell’estate del 1912), e il Palace Grand Hôtel, che, «maestoso», si ergeva e si erge sul Colle Campigli, aperto dal 1° aprile a tutto il mese di novembre e dotato, tra l’altro, di funicolare, del Kursaal e della possibilità di svagarsi col tiro al piccione.
Quest’ultimo era stato realizzato a tempo di record: il progetto fu presentato il 12 febbraio del 1912 e il 5 luglio dell’anno successivo fu inaugurato. Il Palace, come l’albergo del Campo dei Fiori, nacque su progetto del milanese Giuseppe Sommaruga (1867-1917), che lasciò un’importante traccia nel territorio varesino. Allievo di Camillo Boito presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, esponente illustre del Modernismo, «seppe ricondurre le forme dell’architettura classica ad una espressione eminentemente moderna», come scrisse Ugo Monneret nella prefazione alla monografia dedicata al Sommaruga e pubblicata a Milano negli anni Dieci del Novecento.
Le immagini dalla vecchia funicolare che portava al Palace Grand Hôtel (anzi, Albergo Palazzo, nell’autarchica lingua del fascismo) si ritrovano nel film Colle Campigli, ideato, sceneggiato e diretto dal giornalista della «Cronaca Prealpina» Mino Tenaglia e proiettato per la prima volta nel gennaio del 1942 presso il cinema Vittoria di Varese. I duemila metri di pellicola in 16mm. volevano documentare la vita dei feriti di guerra ospitati nell’albergo varesino, utilizzato come ospedale militare a partire dalla fine del 1940. I treni che trasportavano feriti iniziarono infatti a giungere a Varese subito dopo l’avvio della sciagurata ed inutile guerra scatenata da Mussolini contro la Grecia e l’Ospedale Colle Campigli (questo il nuovo nome del grande albergo) divenne meta di un incessante, pietoso pellegrinaggio da parte della popolazione varesina.
Il 30 aprile del 1944, una squadriglia di bombardieri angloamericani, scortata da caccia alleati, si diresse verso Varese puntando sui reparti dell’Avio Macchi. Le bombe caddero nel parco dell’Ospedale militare. «Descrivere le scene viste – annotò il parroco di Casbeno nel suo Liber Chronicus – è impossibile: ovunque tracce di sangue o cadaveri sepolti o semisepolti – masserizie sconquassate – case rase al suolo – piante divelte: il regno della Morte».
Nel giugno successivo i feriti ancora ospitati presso il Palace furono trasferiti al Grand Hôtel Tre Croci del Campo dei Fiori. I destini dei due grandi alberghi varesini tornarono a ricongiungersi nel momento più triste della loro storia.
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