“Per Anovo c’è ancora una speranza”
Il punto della situazione sulla crisi dell’azienda i cui 200 dipendenti riceveranno le lettere di mobilità il prossimo 15 dicembre: “Serve un nuovo piano industriale per chiedere la proroga”
Rimane critica la situazione della A Novo, azienda di Saronno che si occupa di riparazioni di materiale tecnologico. Per fare il punto su quale sarà il futuro dei più di 200 lavoratori e lavoratrici coinvolti in questa crisi aziendale, la Provincia di Varese ha promosso venerdì scorso, 23 novembre, un incontro con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e della Rsu, del Comune di Saronno e dell’Azienda. Incontro che ha però confermato la fase di stallo riguardo alla possibile cessione della A Novo ad un soggetto acquirente.
«A seguito di un successivo confronto – spiegano dalla Provincia di Varese -, tenutosi il 26 novembre presso l’Agenzia Regionale per l’Istruzione la Formazione e il Lavoro (ARIFL), si è infatti evidenziato che per consentire la proroga della CIGS serve un piano industriale che garantisca il riavvio delle attività e una programmazione certa per il riassorbimento della manodopera».
Vista la necessità di rimodulare l’offerta da parte dell’Azienda acquirente, sono ora necessarie informazioni aggiornate per poter modulare una nuova proposta.
«In merito alla vicenda A Novo l’Assessorato al Lavoro della Provincia di Varese ha mantenuto i contatti con i soggetti protagonisti, senza ricercare una ribalta mediatica – ha commentato l’Assessore al Lavoro e Politiche Giovanili Alessandro Fagioli – Dopo le ultime notizie, diffuse a seguito dell’incontro tenutosi presso ARIFL, che lasciano ancora una possibilità di risoluzione positiva della vicenda, ho chiesto a Regione Lombardia di farsi promotrice di un incontro ove possano emergere le informazioni che consentano all’Azienda offerente di compiere le necessarie valutazioni e assumere le conseguenti decisioni con conoscenze di merito. Da saronnese mi auguro che i soggetti interessati si rendano disponibili ad un ulteriore confronto, considerata l’importanza di uno storico sito produttivo della città e l’alto numero delle famiglie coinvolte».
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