“Preoccupati dalla vendita di Commerciale Gas”

I comunisti della Federazione della Sinistra si schierano contro la cessione della società del gruppo Amsc che vende il gas, che porta 1,5 milioni di euro di utili

Riceviamo e pubblichiamo un’analisi di Ennio Melandri (Federazione della Sinistra) sull’azienda comunale Amsc e le scelte fatte o in programma: la questione più calda è la vendita della Commerciale Gas, la società che vende il gas metano

Da oltre un anno a questa parte il tema AMSC svetta al primo posto come nodo politico-amministrativo su cui si interrogano l’opinione pubblica gallaratese e i media locali. Lo è stato nella campagna elettorale della primavera scorsa, quando nell’immaginario elettorale la figura di Caianiello è stata assimilata a Berlusconi (tutti ricordano il “mullah” della Lega); lo è stato ancor più quando è stato reso pubblico lo scandaloso deficit degli ultimi dieci anni di gestione, durante i quali il bilancio AMSC è passato da un attivo di 12 milioni di euro a un passivo di 25; lo è stato infine in occasione dei ripetuti cambiamenti di vertice che hanno accompagnato le diverse fasi del processo di fusione della Galassia AMSC in un’unica società per azioni.

Ma su questi aspetti riprenderemo il discorso in modo approfondito nei nostri prossimi comunicati. Oggi a catturare l’attenzione dei cittadini e dei media locali e a offrire continui spunti di polemica c’è il caso dei due dipendenti licenziati, con il relativo imbarazzo che si è venuto a creare all’interno della maggioranza e della stessa Giunta comunale: ricordiamo qui, a titolo di esempio, che Giovanni Pignataro, capogruppo del PD, ha pubblicamente richiesto un significativo “cambio di passo” alla giunta e che l’assessore di SEL è impegnata nella raccolta di firme per l’abrogazione di alcuni punti della riforma Fornero, proprio quelli che hanno consentito i due licenziamenti.

Un vero e proprio boomerang per un’amministrazione comunale che proprio un anno fa, per bocca del sindaco in Consiglio Comunale, aveva giustamente sottolineato due punti fermi: che il Comune, in quanto socio di maggioranza (e che maggioranza, il 99%), non intendeva né tagliare il personale né alzare le tariffe delle aziende partecipate: suo compito era di impegnare i nuovi amministratori alla razionalizzazione delle spese, garantendo servizi efficienti e mantenendo invariati i livelli occupazionali. Come Federazione della Sinistra sul tema già ci siamo espressi, con comunicati pubblicati sul nostro blog e trasmessi alla stampa locale, ma, allo stato delle cose, oltre al futuro di due lavoratori ci preoccupa il futuro complessivo dell’azienda, sottoposta alla perdita progressiva dei suoi pezzi, prospettiva inquietante che la polarizzazione dell’attenzione sui licenziamenti sta di fatto oscurando.

Veniamo ai fatti: il 22 ottobre scorso il consiglio comunale ha approvato le linee d’indirizzo politico che autorizzano l’AMSC alla vendita della Commerciale Gas attraverso bando pubblico. Le motivazioni dell’assessore al bilancio Lovazzano sono riconducibili a necessità di ordine economico: la vendita garantirebbe risorse preziose che permetterebbero da un lato di ridurre il deficit dell’AMSC e dall’altro di permettere investimenti altrimenti impossibili per i vincoli di bilancio e di patto di stabilità cui è sottoposto il Comune. Un’Azienda come la nostra rischierebbe inoltre di essere schiacciata dalla concorrenza, perché a lungo andare non potrebbe essere competitiva con colossi sul mercato come Eni, Enel o Gaz de France.

Non tutti si sono mostrati entusiasti in Consiglio comunale, né nelle file della maggioranza né in quelle della minoranza: soprattutto si è discusso su possibili garanzie per i lavoratori dipendenti da Commerciale Gas. Il PD ha presentato un emendamento che chiede una particolare attenzione alla territorialità della sede di lavoro (in parole povere che i posti di lavoro rimangano a Gallarate) e la Lega ha chiesto di tenere sotto controllo la trattativa per ottenere le migliori condizioni possibili. Acqua fresca: l’assessore Lovazzano, raccogliendo le raccomandazioni, ha risposto con sincero realismo che: «I paletti entro i quali dovrà muoversi l’acquirente della società non possono comunque essere considerati inamovibili». I dieci dipendenti (di cui 8 sono donne con famiglia a Gallarate) hanno immediatamente percepito la gravità della loro situazione: “Non vogliamo finire a Potenza”, hanno scritto in un loro comunicato riferendosi alla sede dell’Enel, consapevoli che la società acquirente potrebbe non avere più bisogno di personale sul posto e indirizzarlo ad altre sedi o addirittura licenziarlo.

Condividiamo queste preoccupazioni, perché è vero che le condizioni pro-dipendenti aggiunte alla delibera dell’alienazione garantiscono poco, come del resto ha fatto capire Lovazzano, ma soprattutto nutriamo forti perplessità sull’opportunità di tutta l’operazione. Perplessità: 1. di ordine storico-culturale, 2. di ordine politico, 3. di ordine economico.

1. Da statuto: “La missione dell’AMSC trae origine dalla sua storia più che centenaria e dal suo radicamento sul territorio”. Le origini dell’attuale AMSC risalgono infatti al 1907, anno in cui venne realizzata l’Officina del gas “per la gestione del servizio di erogazione gas nel comune di Gallarate”. Quindi il primo settore operativo fu proprio quello del gas (allora si chiamava gas di città) e solo sotto il fascismo, nel 1933, con delibera podestarile, si procedette all’assorbimento del servizio acquedotto comunale, mentre nel 1951 avvenne il salto di qualità della metanizzazione: Gallarate fu uno dei primi esempi in Italia di utilizzazione del gas metano. Fu nel 1963 che la società cambiò denominazione diventando AMSC, che allora stava a significare Azienda Municipalizzata Servizi Comunali perché gestita direttamente dal Comune. Poi, progressivamente si aggiunsero i servizi di igiene urbana, le farmacie, il trasporto urbano, le piscine, i parcheggi, fino al 2002, anno in cui l’attività di AMSC si ampliò ulteriormente ottenendo la gestione degli acquedotti di diversi comuni vicini. Era iniziato contestualmente il processo di privatizzazione, prima in Azienda Speciale Multiservizi Comunali e poi in Società per azioni, destinata ad agire sul mercato competitivo dei servizi pubblici. Sempre nel 2002 venne costituita la costola dell’AMSC Commerciale Gas, società a responsabilità limitata a socio unico (il Comune) che da allora si occupa dell’acquisto e della vendita del gas metano: un servizio che fa fronte alle esigenze di circa 24.500 utenti gallaratesi e copre così una quota di mercato vicina all’87%. Un pezzo di storia gallaratese e di patrimonio pubblico quindi, che con la sua vendita cambierebbe di natura e sparirebbe di fatto.

2. Ancora da statuto: La funzione dell’AMSC“ è di “Garantire ai clienti del comune di Gallarate, nonché delle comunità contigue, l’erogazione dei servizi pubblici primari meglio di qualsiasi Ente esterno, sia in termini di qualità, di soddisfazione d’uso, sia in quelli economico gestionali”. E ancora di “Assicurare il mantenimento del controllo pubblico sul capitale, preservare la centralità della connotazione di erogatore di servizi rivolto al pubblico”. Sono obiettivi sacrosanti, che quest’operazione purtroppo capovolge. E’ vero che siamo entrati nell’epoca della logica del mercato, dei bandi pubblici e delle alienazioni e che i governi sollecitano la messa a gara dei servizi gestiti dalle ex municipalizzate, ma noi non abbiamo condiviso e continuiamo a non condividere questa come tutte le altre dismissioni del pubblico a favore del privato. Infatti è tutto da dimostrare che “pubblico” sia sinonimo di inefficienza, corruzione, antieconomicità, e “privato” lo sia viceversa di efficienza, onestà, vantaggio economico per il gestore e per gli utenti. E’ del tutto evidente che ci sono tante cose che non vanno nei servizi pubblici, ma spesso lo scadimento del livello delle prestazioni e gli sprechi sono proprio la conseguenza dell’immissione di forti dosi di interessi privati, singoli o di gruppo, nelle gestioni pubbliche. Gli esempi li abbiamo sotto gli occhi, il saccheggio quotidiano di risorse nazionali, regionali, locali, ad opera di cordate che passano per politiche ma sono di malaffare e di personaggi singoli senza scrupoli e senza morale. E’ un saccheggio attraverso cui si consuma il nostro declino, economico e soprattutto morale. E’ una rinuncia non solo alla salvaguardia del senso civico ma anche allo stesso spirito di competitività. Infatti, cosa succederà all’AMSC quando avrà venduto il suo gioiello, la Commerciale Gas, rinunciando in partenza ai rischi, ma anche agli stimoli, della concorrenza con altri erogatori di gas sul mercato? E quale sarà la prossima vendita? Delle farmacie si è già ragionato in commissione; delle piscine si sta parlando di darle in gestione (una sorta di nemesi di Saltrio?); dell’igiene urbana è già andato deserto un bando, lanciato nella primavera 2011, proprio sotto la scadenza elettorale. Resterebbero i trasporti, da sempre in passivo, ma chi sarebbe disposto a comprarli? Senza contare che un anno fa si parlava della vendita della sede AMSC di Via Bottini da cui si stimava di prendere 8-9 milioni (tanto era costata), ma non se ne è fatto nulla.

3. E’ vero che con la vendita di Commerciale Gas ci priveremmo di qualcosa di nostro per colmare una falla risalente alla gestione Caianiello, ma è anche vero che è in corso un’azione di responsabilità rispetto agli ex amministratori, iniziativa per altro voluta dall’assemblea dei soci (di cui fanno parte anche sindaci del PdL) e che sulla passata gestione sono intervenute la Guardia di Finanza e la Corte dei conti. Ed è vero soprattutto che sembrano funzionare positivamente gli indirizzi di razionalizzazione e di abolizioni degli sprechi e dei costi inutili di cui dovrebbe essere un segnale lo snellimento della complessa galassia societaria con la fusione di Impianti e Servizi in un’unica Spa con un unico consiglio d’amministrazione. Dalla consultazione del bilancio AMSC 2011 risulta che la Commerciale Gas ha prodotto un utile di 1.584.025 euro, corrispondenti alla vendita di oltre 52 milioni di mc di metano, mentre gli altri rami dell’AMSC o sono in passivo (918.000 euro i trasporti e 719.000 i servizi sportivi) o risultano in sostanziale pareggio (con utili minimi per le sole farmacie, 269.000 euro). Quindi, se sono veritiere le stime di 7 milioni di euro che si otterrebbero con l’alienazione della Commerciale gas, rinunciando a un introito annuo di un milione e mezzo, di qui a 4-5 anni, senza questi utili, come farà l’AMSC ad andare avanti? Quali servizi dovrà tagliare, quali ritocchi tariffari dovrà applicare?

Di qui le nostre perplessità, anche sul piano della convenienza economica. Perché, è proprio sulla base della stessa logica di mercato, che non condividiamo quando viene presentata come un feticcio, che ci chiediamo se per l’Amministrazione comunale e per il nuovo Consiglio d’amministrazione della AMSC non sarebbe più conveniente mettercela tutta per restare sul mercato, con un piano industriale capace di segnare il rilancio dell’azienda.

Viceversa sarebbero parole al vento le espressioni quasi encomiastiche che abbiamo letto in più occasioni “di una gestione che sta puntando sulla fidelizzazione del rapporto con i propri clienti e sul contenimento dei costi attraverso una decisa apertura al mercato ed al conseguente avvio della rotazione del parco fornitori” o di una “revisione critica dei programmi manutentivi e delle specifiche di acquisto”, o di “un forte impulso di tutte quelle attività esercitabili attraverso l’impiego del personale aziendale, con conseguente valorizzazione delle competenze distintive e forte segnale di tutela e salvaguardia dei livelli occupazionali”. Ma, tra parentesi, di quest’ultimo aspetto i due licenziamenti non sono una palese contraddizione?

Ennio Melandri

Federazione della Sinistra – Gallarate

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Novembre 2012
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