Protesta della scuola, si muovono anche i liceali
Sabato presidio in Viale dei Tigli, su Facebook si discute delle modalità: "Non dobbiamo protestare a priori, ma informarci". Al pomeriggio è in programma la manifestazione unitaria di tutti gli istituti
Non solo Ipsia, Ipc Falcone e Gadda-Rosselli: a Gallarate anche gli studenti dei licei si uniscono alla protesta. Sabato è in programma la manifestazione pomeridiana di più istituti («Per dimostrare che non protestiamo per perdere ore di scuola»), ma intanto i liceali preparano anche un presidio in viale dei Tigli, sull’esempio di quanto fatto davanti al Gadda-Rosselli mercoledì (nella foto sopra). Uno dei luoghi di discussione è – immancabile – Facebook: «Abbiamo tutte le carte in regola per fare una manifestazione come si deve, ben organizzata, dove il fine ultimo non è protestare a priori, ma soprattutto informare. Informare su quello che succede, sui vari tagli, sulle varie leggi ed emendamenti» scrive lo studente Marco Dall’Asta sulla bacheca di un gruppo del Liceo, con un post che ha attratto anche diversi commenti. È lo stesso Marco che invita a partecipare al presidio in modo
consapevole: «So benissimo che molti staranno a casa, ma penso sia importante anche provare a partecipare. Ascoltare almeno un po’ quello che la gente ha da dire, le ragioni dello sciopero, della protesta, ciò che ci spinge a fare questo sit-in. Non cadiamo al livello della gente che fa sciopero per stare a casa. Se non volete manifestare, andate a scuola. Nessuno vi impedirà di entrare nel Liceo e fare lezione. Quello che ritengo sia importante è far vedere che ci sono ragazzi che capiscono che la manifestazione ha senso nel momento in cui è seria e cosciente».
Il gruppo dei Liceali è nato negli ultimi giorni, ha raccolto 800 iscritti, mentre “l’evento” che promuove il presidio di sabato ha raccolto quasi 200 iscritti (alla sera di mercoledì 21 novembre). Il presidio – spiegano gli stessi ragazzi – è convocato in contemporanea con lo sciopero dei docenti, anche se gli studenti ribadiscono di voler approfondire da sé le motivazioni (stanno scrivendo anche un documento che spiega la protesta). Un’altro studente, Stefano, ha anche postato una immagine "promozionale" in cui ci si rivolge proprio ai professori (“L’unione fa la forza!). Ci sono anche studenti molto giovani che argomentano sull’evento, definito «un momento di comunità» per prendere coscienza: «Dire la propria opinione – scrive Francesco – è un diritto, altrimenti saremmo tutti delle pecore insignificanti e ignoranti».
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