Social: siamo sicuri che facciano sempre bene ad un giornale locale?

Dalla piccola alla grande testata, la risposta è univoca. Sì, i social network sono strumenti indispensabili ad ogni redazione giornalistica digitale proiettata nel futuro. Ma non solo per portare nuove visite sui siti, tutt’altro

Come hanno testimoniato due social media editor come Anna Masera de La Stampa e Roberta Bertolini di Varesenews nel workshop moderato da Stefania Radman “Social: siamo sicuri che facciano sempre bene ad un giornale locale?” insieme al blogger ed osservatore del web Luca Conti, (Pandemia), l’apporto degli amati e odiati “social” è più simile al recupero della piazza. Il luogo ideale dove incontrare comunità e community, per ricevere e ricercare informazioni e dove condividerle.

“Anche se abbiamo iniziato ad usare Facebook solo nel 2009 -conferma Roberta Bertolini- e la nostra presenza nei social network apporta al nostro sito non più del 10% delle visite totali ”. E se dapprima i social network nella visione di un giornale online locale sono stati visti con apprensione, ora in realtà è chiaro che hanno invece favorito il rapporto con i lettori. “Facebook è un formidabile punto di incontro, un luogo di dialogo tra la redazione e chi ci legge”. 

Con le debite proporzioni, lo stesso accade ad una testata nazionale come “La Stampa” come conferma Anna Masera: “Il traffico che arriva al sito del giornale dalle piattaforme sociali non supera la stessa percentuale”. Ma la vera sorpresa tra ciò che emerge dal confronto di due esperienze editoriali tanto diverse, una nazionale come “La Stampa” con una versione cartacea e una online, e quella “nata digitale” quindici anni orsono di Varesenews è che non esiste una ricetta sicura per aumentare il coinvolgimento dei lettori.

Serve sperimentare e guardare ad esempio alle esperienze dei giornali online esteri – ricorda a tutti Luca Conti. “L’evoluzione del web è un fenomeno che esiste a prescindere dai prodotti editoriali. O lo si cavalca per avvicinare il lettore al giornale, oppure significa essere destinati all’estinzione prima degli altri”.

Intanto, però, nella velocità della rete non ci si può fermare. Bisogna continuare ad esplorare i nuovi confini della comunicazione e dell’informazione nel web. Per Anna Masera “non bastano più Facebook e Twitter, bisognerebbe usare di più Instagram o Storify la piattaforma che permette di raccontare storie, ricostruire eventi unendo informazioni ed immagini provenienti da diversi canali”.

Anche se, come fanno notare dal pubblico, i lettori de La Stampa non possono commentare direttamente sul sito gli articoli pubblicati. “Arriva tanta rabbia nei commenti, e per noi giornalisti non è facile affrontare l’obbligo al dialogo, ad ogni ora", racconta Masera confermando come nella redazione il problema della gestione dei commenti non sia ancora stata risolta. “Cosa che non avviene a Varesenews- conclude Roberta Bertolini- dove ogni giornalista cura i commenti al proprio articolo”. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Novembre 2012
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