“Vogliamo essere i veri protagonisti della nostra scuola”

Si è conclusa al liceo Cairoli la tre giorni di "occupazione diurna" un'esperienza che gli stessi studenti giudicano positivamente. E spiegano il perchè

Siamo studenti del Liceo Classico “Ernesto Cairoli” di Varese coinvolti durante questi giorni in un’esperienza che è stata oggetto sia di critiche sia di approvazioni ma riteniamo importante, tramite questa lettera, aprire metaforicamente le porte della nostra scuola e sottolineare gli ideali, i motivi e i fini che ci hanno spinti ad agire e a riunirci in primo luogo in un’assemblea straordinaria a scopo informativo per offrire la possibilità a tutti di conoscere e capire la realtà politica in fermento che ci sta travolgendo. Abbiamo dato un grande esempio di democrazia lasciando alla maggioranza la facoltà di scelta, rispettosi tuttavia di chi non condivideva il metodo di protesta votato dai più e rispettosi anche del nostro istituto contro il quale, vogliamo chiarire, non abbiamo nulla da recriminare. Ci siamo mossi pertanto in accordo e collaborazione con il Dirigente, non per mancanza di coraggio o per debolezza, ma proprio per dimostrare la nostra maturità e la nostra volontà di rispettare i limiti della legalità per opporci a un sistema che con le sue leggi sta prevaricando il diritto a un’istruzione pubblica LIBERA, DEMOCRATICA e PARITARIA.

 
L’abbiamo chiamata “occupazione”: sul dizionario il primo significato di questo termine è “prendere possesso”, se noi prendiamo possesso di un luogo questo implica che il luogo in questione non sia mai stato nostro. Ma se è vero che la scuola appartiene a noi studenti, noi non la occupiamo, al limite “CE NE OCCUPIAMO”.
 
Abbiamo voluto dimostrare che la scuola è di chi la vive in prima persona, studenti e professori,
autogestendo la nostra giornata in modo proficuo e produttivo, mantenendo un livello culturale elevato, sostenuto da interventi di alcuni docenti interni, ex alunni, studenti che documentandosi hanno voluto contribuire ed esterni, tra i quali citiamo e ringraziamo: il Prof. Fabio Minazzi docente di filosofia teoretica all’Università dell’Insubria, l’avvocato Marzia Giovannini, il magistrato Daniele Moro, il Prof. Rolando Bellini e il Prof. Valerio Crugnola. Le iniziative si sono svolte in un’atmosfera che per la prima volta ci ha fatto sentire uniti nonostante la consapevolezza della diversità e della molteplicità delle idee dei singoli e soprattutto protagonisti sotto un’unica bandiera, quella dello STUDENTE, contro coloro che hanno voluto dimenticare che noi giovani costituiamo il futuro di questo Stato.
 
La responsabilità che abbiamo deciso di assumerci, la volontà di prendere una decisione e l’impegno che ci abbiamo messo non vogliamo vengano fraintesi né tantomeno esasperati. Abbiamo voluto comunicare un messaggio basandoci non sulla strumentalizzazione, ma sul confronto sul dialogo e sull’informazione perché la vera libertà deriva dalla conoscenza e la conoscenza viene dalla scuola. Una scuola che deve darci indiscutibilmente le basi del sapere teorico, ma che deve essere anche luogo di crescita e formazione, gestito unicamente ai fini della tutela di diritti inalienabili quali l’uguaglianza e la libertà di cui lo Stato e la scuola pubblica devono essere garanti.
 
Ci auguriamo che quando torneremo nelle nostre aule per riprendere le attività di routine non ci siano rancori o pregiudizi e soprattutto che quello per cui abbiamo lottato e che abbiamo dimostrato non si esaurisca. Siamo desiderosi di collaborare con il nostro istituto e con i nostri professori, sempre all’insegna del dialogo, chiedendo che la nostra scuola non sia un luogo dove veniamo passivamente “parcheggiati” durante le canoniche ore scolastiche, ma che sia un luogo da vivere attivamente che ci veda finalmente come i VERI e LEGITTIMI PROTAGONISTI.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Novembre 2012
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