Albertini: ”Mi sento il candidato del Ppe”
Segue la scia di Monti e rifiuta l’alleanza con la Lega: “Sono un popolare, non un populista, con Maroni non possiamo governare. Se il Pdl va con il carroccio è contronatura”
Gabriele Albertini alle elezioni regionali ci sarà. Lo conferma lui stesso durante la sua giornata varesina, in cui presenta il libro «L’onestà al potere» al teatro Santuccio e incontra i giornalisti. Albertini è affiancato da Raffaele Cattaneo. L’area di «Liberamente politica» vicina a CL lo sostiene. L’ex sindaco di Milano spiega almeno 3 cose chiare. Primo, il candidato si rifà al Ppe, all’Europa che vuole Monti e (forse) chiede a Berlusconi un passo indietro. Secondo, è il Ppe è popolare ma non populista quindi della Lega non vuol sentire più parlare. Terzo, potrà anche perdere ma è il Pdl che deve tornare a esser vicino ai temi europeisti e non andare dietro a Maroni: «Perché i popolari europei sono i padri fondatori dell’Europa».
Albertini, ci sarà alle elezioni?
«Sì, lo confermo».
L’alleanza con la Lega è possibile?
«Non ci sono i margini, perché noi abbiamo posto cinque punti irrinunciabili, e su quattro la Lega è contraria. Ad esempio, vogliamo la macroregione del nord che sia quella dell’idea originaria di Miglio ovvero dalla Val D’Aosta alla Liguria, all’Emilia al Friuli e non solo quella dei territori dove governa il carroccio. Il riordino delle province per noi è giusto. Noi del Ppe siamo per le liberalizzazioni e privatizzazioni; sono 923 le aziende pubbliche lombarde ma la Lega ha una predilezione per lo statalismo municipale»
Neanche con Maroni?
«Maroni è una candidatura di appartenenza, di identità, corporativo e localista. La mia candidatura é civica e aggregherà anche Udc e Fli a breve. Manca il Pdl….ma certo se il Pdl si alleerà con la Lega andrà contronatura…»
Ma non si rischia di perdere?
(Albertini imita Andreotti mentre racconta che per restare al potere bisogna sopire l’invidia dei colleghi, poi risponde) «Io sono conciliante nei confronti della Lega, ma loro stanno ad esempio con gli inglesi antieuropeisti. Se sommiamo i voti possiamo prevalere, se li dividiamo é più difficile. Lo so. Ma é lo stesso Maroni che ha fatto cadere la giunta prima del tempo, nonostante a Roma avessero deciso di andare avanti sino a fine legislatura. Il potere alla fine è un mezzo, non possiamo fare aggregazioni che non ci consentano di governare».
A Bruxelles vogliono Monti a capo dei moderati del Ppe, lei è il candidato in Lombardia del Ppe?
«Si, mi rispecchio in questo quadro. Udc e forze civiche mi hanno effettivamente dato il loro appoggio. Io non sono populista, sono popolare, così come Monti non è responsabile della cancrena ma delle misure per salvare il malato. Nel mio piccolo vorrei essere un “montino”…che è sempre meglio di un montone, scusate la battuta».
La vostra operazione tende a creare un nuovo centodestra?
«Sì, io non so cosa farà Monti, ma vorrei un nuovo assetto del centrodestra. Lo vorrei come quello che ha vinto nel 95 con Formigoni in regione senza la Lega e come quello che ha vinto nel 1997 a Milano senza la Lega».
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