Anci: “Pgt, vogliamo la proroga”
Anci Lombardia rilancia le preoccupazioni di oltre 400 Comuni lombardi che al 31 dicembre non avranno approvato il Piano di Governo del Territorio: e propone una proroga della legge che prevede i piani
L’associazione dei comuni Anci Lombardia, rilancia le preoccupazioni di oltre 400 Comuni lombardi che al 31 dicembre non avranno approvato il Piano di Governo del Territorio, e chiede al Consiglio regionale una proroga.
Il Presidente del dipartimento Politiche per il territorio di Anci, Federica Bernardi, ha infatti inviato a tutti i Consiglieri Regionali un emendamento al PDL 199, che mercoledì 19 dicembre approderà in Consiglio Regionale. «Se è vero come è vero che i Comuni hanno avuto diversi anni di tempo per approvare il nuovo strumento urbanistico – spiega Bernardi – è anche vero che, oltre ai concreti e delicati problemi legati alle scelte, la complessità dei documenti da redigere, dei pareri da raccogliere e dei rilevanti costi da sostenere hanno reso pressoché impossibile per molte realtà il raggiungimento dell’obiettivo. La prova di ciò è riscontrabile nel fatto che ad oggi, dopo 7 anni dall’entrata in vigore della legge regionale 12/05, solo 900 comuni su 1544 hanno il PGT vigente; 253 lo hanno adottato e devono ancora approvarlo e ben 391, pur avendo già avviato da tempo tutte le procedure necessarie, con tutta probabilità non riusciranno ad andare in adozione».
«Qualora il Consiglio Regionale non vorrà accogliere l’emendamento proposto – prosegue il Presidente del dipartimento llpp di Anci Lombardia – in questi comuni sorgeranno difficoltà sia rispetto alle richieste di intervento degli operatori e dei cittadini sia rispetto alla mancanza di incasso degli oneri di concessione e di urbanizzazione; senza poi escludere i diversi contenziosi che potrebbero sorgere per la riscossione dell’IMU sui terreni edificabili inseriti nei vecchi PRG.
Per queste ragioni ANCI Lombardia chiede una concreta assunzione di responsabilità a tutti i Consiglieri Regionali a cui, al termine del loro mandato, viene chiesto di comprendere le motivazioni che hanno portato un numero così rilevante di Comuni a non rispettare le scadenze e di consentire nella particolare delicatezza di questo momento storico il proseguimento delle attività concessorie per le famiglie e gli imprenditori che ne hanno la necessità».
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