Concorsone: in pochi superano il test
La prima prova del concorso indetto dal Ministero dell'Istruzione si sta rivelando molto difficile. Al Frattini solo 7 candidati su 46 hanno ottenuto più di 35. Esami fino a martedì sera
Sono tante le storie che si ascoltano tra i professori in attesa della prova preselettiva. Racconti di precariato di quattro, cinque, otto anni. C’è Francesca che, per lavorare nella scuola dell’infanzia e nella primaria, si è trasferita dalla Sicilia: « Dovessi risultare vincitrice di concorso mi rimetterò ancora in viaggio per la nuova destinazione. Non è semplice, ma non ho figli e mio marito potrebbe chiedere il trasferimento». Prima di sognare, però, Francesca sa di dover passare i 50 quiz che l’aspettano: « Sono difficili anche perchè sono uguali per tutti e non riguardano la mia materia specifica,. È un terno al lotto!» In effetti, questa mattina, al liceo Frattini di Varese, su 46 candidati, solo 7 sono riusciti a passare. Qualcuno è stato bocciato per mezzo punto: una vera beffa. Percentuali risicate anche al liceo Manzoni dove è stato promosso un terzo dei candidati: in mattinata si sono svolte due prove con circa 26 docenti per volta. Altre due prove si svolgeranno nel pomeriggio e altrettante domani. Otto sedute sono previste anche al liceo Ferraris dove sono attesi circa 22 candidati a turno.
La tendenza è confermata anche dall’andamento nazionale come riporta Tuttoscuola.com
« Sono precaria da 8 anni – spiega Rosaria che insegna nelle primarie – ho cercato di studiare e di esercitarmi, ma questo è un periodo davvero infermale tra riunioni, collegi, scrutini, recite natalizie. Molte mie colleghe, alla fine, hanno deciso di non presentarsi perchè sembra un po’ una beffa: ci sono domande di logica, di fisica che non fanno parte del nostro bagaglio professionale. Inoltre non è ben chiaro nemmeno a cosa servirà: chi vince il concorso otterrà la cattedra ma metà delle disponibilità rimarranno riservate alle vecchie graduatorie. Nessuno è riuscito bene a chiarirmi cosa succederà dopo».
Tra i candidati in attesa c’è anche Patrizia: « La mia classe di concorso è giuridico-economica ma io non sono un’insegnante. Ho fatto qualche supplenza all’inizio della mia carriera. Poi ho deciso di lasciare la scuola perchè il sistema non è meritocratico. Il reclutamento del personale poggia su false modalità. Ora ho deciso di mettermi alla prova. Voglio capire se il sistema dell’istruzione punta su competenze ma anche su capacità comunicative, perchè, alla fine, insegnare vuol dire comunicare».
I docenti entrano a scuola. Nessun altro può varcare il cancello: « Ci vuole il massimo rigore – spiega un preside – non possiamo far entrare nessuno e dobbiamo prevedere percorsi diversi tra chi entra e chi esce. Questa mattina le operazioni si sono svolte regolarmente: solo un paio di intoppi legati al sistema e qualche eccesso di ansia che abbiamo risolto immediatamente»
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