Fatture false, indagato il figlio di Sandro Polita
Avviso di garanzia e perquisizione a una società. I vecchi gestori dell’hotel di Capolago accusati di essere rientrati ”dalla finestra”, con un artificio, nonostante il fallimento
Nuova perquisizione in una serie di società legate all’inchiesta su presunti favori per accreditamenti sanitari, che riguarda la politica e alcuni imprenditori. Nel filone che vede come indagati i costruttori Polita, la Guardia di finanza ha oggi acquisito nuovi documenti scoprendo una scorrettezza che è costata un avviso di garanzia per “emissioni di fatture false per operazioni inesistenti” ad Adriano Polita, 21 anni, figlio dell’imprenditore Sandro, a sua volta indagato per corruzione ma anche grande accusatore del senatore Pdl Antonio Tomassini (i due nella foto).
Secondo le accuse, i Polita avrebbero drenato illecitamente risorse provenienti dall’albergo di Capolago, che però è sottoposto alle procedure fallimentari e dunque in capo a un curatore fallimentare: il gestore della struttura è un soggetto terzo che non dovrebbe avere alcun contato con i vecchi proprietari, ma avrebbe invece deciso di avvalersi come consulente di una società chiamata Barbana, con sede a Varese vicino all’Ippodromo, intestata al figlio dell’imprenditore. Ufficialmente il contratto è per il raggiungimento degli obiettivi di budget, come l’occupazione del maggior numero di posti letti, per un valore di 150mila euro. I punti sospetti sono almeno due, che un gestore di debba avvalere di un consulente per fare il proprio mestiere è già strano, ma che il consulente sia di fatto legato ai vecchi proprietari è quantomeno inappropriato secondo il pm Agostino Abate. L’albergo, la clinica La Quiete (ora venduta), e altri affari sono lo snodo intorno al quale ruota tutta la vicenda, arrivata nelle scorse ore fino al Pirellone. L’avvocato Ivano Chiesa legale di Polita afferma di non essere al corrente della circostanza e ricorda che i suoi assistiti hanno chiesto di essere interrogati dai pm.
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