Husqvarna cala i suoi quattro assi per la “Dakar”
Presentata a Cassinetta la squadra che disputerà il rally motociclistico più importante al mondo con le insegne del team Speedbrain. Lo spagnolo Barreda punta al podio; attesa anche per l'italiano Botturi
Husqvarna cala i suoi quattro assi per provare a conquistare la posta in gioco più alta del pianeta: la "Dakar". La casa di Cassinetta di Biandronno fa sul serio e ha presentato oggi nel suo quartier generale a pochi passi dal lago di Varese la squadra ufficiale che tra un mese darà l’assalto al rally più importante del mondo che, lasciata da qualche tempo l’Africa, si disputa sugli sterrati sudamericani tra Perù, Argentina e Cile, con l’arrivo previsto a Santiago il 19 gennaio.
Uno spiegamento di forze notevole per Husqvarna, favorito dalla proprietà (la bavarese BMW) che non fa mistero di puntare anche sulla Dakar per fare il botto anche a livello commerciale, soprattutto su mercati emergenti quali Indonesia, Brasile o Sudafrica, tanto per citare quelli segnalati dal presidente dell’azienda motociclistica, Klaus Allisat (foto in alto). Un lato fondamentale, quello del business (anche per il nostro territorio dove la società è rimasta in seguito alla separazione con Mv Agusta), ma che non intacca il fascino e l’importanza della sfida sportiva.
Saranno, come accennato, ben quattro le moto ufficiali affidate alle cure del team tedesco Speedbrain, lo stesso che ha seguito lo sviluppo della TE449RR, moto già capace di vincere nel 2012 il Rally dei Faraoni (in Egitto) e di centrare il secondo posto nel Rally del Marocco.
Test cruciali che permettono di fare pronostici molto interessanti per la casa varesina in chiave Dakar, soprattutto con Joan Barreda, lo spagnolo che ha conquistato i podi in Africa e che è l’uomo di punta per la spedizione sudafricana. Con il 29enne valenciano ci sono i fidi Paulo Goncalves (Portogallo, classe ’79) e Matt Fish (Australia, ’80) che hanno collaborato nello sviluppo in gara del bolide di Cassinetta. Ma forse l’attesa maggiore è quella che circonda Alessandro Botturi: il 37enne bresciano di Lumezzane è considerato tra i più forti ed esperti piloti italiani, è stato strappato alla concorrenza e può davvero essere l’uomo in più della squadra, anche come alternativa a Barreda.
Sulle strade del Sudamerica le quattro Husqvarna ufficiali (cui si aggiungono quelle clienti per un totale di undici moto) dovranno vedersela con il meglio del motorismo mondiale. La Ktm resta la grande favorita visto che ha dominato le ultime edizioni ma le giapponesi Honda e Yamaha sono pronte a sfidare gli austriaci. Husqvarna però è pronta a inserirsi nella lotta: lo scorso anno arrivò la prima vittoria in una tappa e da lì in avanti l’obiettivo per il 2013 è stato chiaro e altissimo.
«Il sogno è quello di salire sul gradino più alto del podio… anche se non voglio mettere pressione alla squadra» ha spiegato il presidente Allisat con una battuta che è tale fino a un certo punto. «La Dakar porterà Husqvarna nelle case di centinaia di milioni di persone; ci teniamo a far vedere la qualità che abbiamo raggiunto e dimostrare come il nostro marchio sia tra i più affidabili in questo settore».
Con Allisat si sono alternati sul palco il team manager di Speedbrain, Wolfgang Fischer, il project leader Berthold Hauser e soprattutto Martino Bianchi (a destra nella foto), l’anima varesina di Husqvarna. Lui c’era ai tempi in cui, sulla sponda opposta del lago, la Cagiva preparava la seconda vittoria alla Dakar con Edi Orioli. Per questo non ha mai smesso di lavorare a un progetto che potesse riportare Varese e le sue moto nel gotha del rally mondiale: e mai come quest’anno il frutto sembra maturo.
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