Laurearsi lavorando, con l’apprendistato di alta formazione si puo’
L'Unione degli industriali della provincia di Varese ha siglato un accordo con Cgil, Cisl e Uil per inserire nel mondo del lavoro i laureandi di Insubria e Liuc e sulla conciliazione tra contesto familiare e orari di lavoro. «Il modello varesino funziona»
«Il modello Varese» è in buona salute. L’accordo firmato nella sede di Univa tra gli industriali e il sindacato, Cgil, Cisl e Uil, non è solo una risposta alla crisi ma il tentativo concreto di guardare oltre, in prospettiva. Giovanni Brugnoli, presidente di Univa, parla di «rush finale» preceduto da intese sul credito e sull’internazionalizzazione. C’era bisogno, dunque, di chiudere il cerchio e questo accordo sull’apprendistato di alta formazione, per inserire nel mondo del lavoro gli studenti universitari, e sulla conciliazione tra contesto familiare e orari di lavoro, lo chiude.
In verità, c’è anche un terzo punto che rinsalda ulteriormente le relazioni industriali sul territorio e riguarda un «avviso comune» per portare avanti congiuntamente la richiesta a Regione e Governo di stanziare le risorse necessarie per coprire le domande di cassa integrazione in deroga per il 2013, situazione a cui si aggiunge il problema esodati.
«Un modello virtuoso attrae investimenti stranieri sul territorio» dice Brugnoli. La virtuosità sta proprio nel modello che, mettendo in collegamento il sapere, rappresentato da due università (Liuc e Insubria), con un sistema articolato di imprese manifatturiere, dà vita a un progetto concreto. L’apprendistato di alta formazione, seppur in fase sperimentale, permetterà ai laureandi di avere un contratto di 36 mesi per il conseguimento della laurea triennale, di 24 per quella magistrale, di 30 per i master e di 48 per il dottorato di ricerca. «Attraverso i tirocini – spiega Roberto Ceroni, responsabile dell’area sindacale di Univa – si fanno incontrare domanda e offerta e dal secondo al terzo anno si attiva l’apprendistato. Il tirocinio è uno strumento per conoscersi e l’apprendistato per crescere». Una convenienza reciproca che permette alle imprese di «testare» lavoratori qualificati e ai laureandi di verificare se il lavoro è coerente con le loro aspettative. In questo accordo c’è quindi un’evoluzione nel concetto di formazione che non deve rispondere solo alle esigenze delle aziende ma anche a quelle delle persone. A cascata le università ne trarranno beneficio perché potranno indirizzare meglio la loro offerta formativa. «Avere due atenei sul territorio è un vantaggio competitivo di grande rilevanza – aggiunge Vittorio Gandini, direttore di Univa -. Questo tipo di contratto non avrà grandi numeri ma aprirà più strade in direzione della qualità. È uno strumento di orientamento vero». (foto sotto, da sinistra Vittorio Gandini e Roberto Ceroni)
Antonio Maria Albrizio, segretario della Uil, conferma che i contratti di apprendistato di alta formazione sono solo 142 in Lombardia, ma l’accordo siglato ha un valore aggiunto perché esprime la filosofia di fondo legata alla vocazione manifatturiera del territorio, «che vorremo rimanesse tale» ribadisce Carmela Tascone, segretario della Cisl.
Oltre alla formazione, il sistema varesino rilancia anche su una serie di azioni riguardanti la conciliazione tra contesto familiare e orari di lavoro per «creare un clima sociale diverso tra imprese e lavoratori». In concreto verrà costituito un tavolo tecnico tra industriali e sindacati che valuterà e studierà i maggiori casi di successo di welfare aziendale a livello locale e nazionale per poi riportare le «buone pratiche» sul territorio.
Infine, avere «voce comune» su questioni come esodati e cassa integrazione in deroga è un’ulteriore prova di coesione importante per rilanciare il sistema delle relazioni industriali e della rappresentanza. «Per la cassa in deroga – conclude Franco Stasi della Cgil – sono state stanziate risorse che coprono il 50% del fabbisogno effettivo delle imprese. Noi pensiamo ad una redistribuzione delle risorse nazionali nelle varie regioni che tenga conto del numero delle imprese manifatturiere presenti nei vari territori».
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