“Non c’è futuro per i giovani”: l’allarme del prof Cherubino
Dopo 40 anni di carriera, per la prima volta il primario di ortopedia del Circolo si dice sfiduciato: « Non mi riconosco in questa realtà. Non è ciò per cui mi sono impegnato»
«Per la prima volta nella mia carriera non riuscirò a sistemare i miei specializzandi». Il professor Paolo Cherubino, direttore della clinica ortopedica e traumatologica all’ospedale di Varese è sconfortato: « Ho cinque studenti bravissimi, sia culturalmente sia professionalmente, e non ho nulla da offrire loro, qui o altrove. E per me questa è una sconfitta che non riesco a superare. Ho affrontato altri momenti difficili ma mai come oggi: non abbiamo nulla da offrire ai nostri ragazzi, nemmeno a quelli notevolmente bravi. Non mi riconosco in questa realtà, non è quella per cui mi sono impegnato».
Per il chirurgo, neo nominato presidente della SIOT, la società nazionale che raduna tutti gli specialisti ortopedici, carica prestigiosa a cui lui stesso ammette di "aver ambito mia carriera", il futuro appare in salita: « Innanzitutto – ha detto nel discorso tenuto in occasione dell’insediamento alla presidenza della Siot il mese scorso – dobbiamo recuperare la nostra dignità professionale». Paolo Cherubino analizza la situazione attuale, la degenerazione di un sistema, quello sanitario, affossato da un "apparato burocratico elefantiaco, che mira a sostenere una miriade di ospedalini e ospedaletti intoccaibilli grazie a irrazionali motivi politici».
Ma non è solo la gestione inefficiente e inefficace che il primario varesino addita a causa dell’attuale mediocrità del sistema: « Non è più tollerabile che accettiamo il comportamento per lo più immorale di alcuni di noi i quali, pur di attirare pazienti, ricorrono a indicazioni chirurgiche esasperate, a terapie incongre e comunque non dettate dalla corretta pratrica clinica». Il riferimento va, ad esempio, a chi propone le infiltrazioni di piastrine al ginocchio, a chi fa uso di acido ialuronico in ortopedia: « Non possiamo pensare di riprendere la nostra dignità come individui e come associazione se non siamo in grado di gestire in maniera etica e morale la nostra professione». Per recuperare una profonda deontologia professionaleverrà costituito un comitato etico che supporterà le scelte della Società.
I rischi sono legati anche ai giovani a cui, senza prospettive lavorative concrete e con alternative a volte mortificanti, viene la voglia di «accettare facili guadagni abbandonando settori importanti, impegnativi e ualificanbti della nostra disciplina». I futuro e i giovani, quindi, sono le due maggiori preoccupazione del neo eletto Presidente del Siot, a iniziare dai suoi 5 specializzandi che domani saranno senza opportunità.
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