Stipendi arretrati, i lavoratori della “Rossi di Albizzate” in presidio
Riuniti davanti all’ingresso dell'azienda spiegano di aver pazientato a lungo ma che adesso vogliono ricevere risposte concrete al loro problema
Quando la crisi colpisce i posti di lavoro è sempre un dramma. Ma quando ad esserne colpiti sono i lavoratori di un’azienda che per anni ha dato lustro nel mondo alla provincia di Varese si somma la brutta sensazione che si ha quando viene colpita un icona, un simbolo del “saper fare”. Per questo vedere i lavoratori della “Rossi di Albizzate” riuniti in presidio di fronte alla loro azienda per chiedere conto degli stipendi arretrati appare un segnale ancora più negativo.
“Rossi di Albizzate” è un marchio storico della nostra provincia, simbolo di una casa che ha saputo creare, innovare e vendere in tutto il mondo. In un settore dove può competere solo chi lo sa fare davvero, quello del lusso.
Un settore che, però, non accetta ritardi: i mercati da raggiungere sono quelli con tanti soldi e sono molto lontani. Per arrivarci bisogna continuamente innovare e tenere il passo.
L’azienda di Albizzate, invece, ha sentito con pesantezza l’arrivo della crisi economica e da tempo ha visto precipitare l’attività della sua produzione.
I lavoratori riuniti all’ingresso spiegano di aver pazientato a lungo, ma adesso vogliono ricevere risposte concrete al loro problema.
Spiegano di aver attraversato già due anni di cassa integrazione, di aver ricevuto un sostegno economico a singhiozzi e adesso è da luglio che molti dei 32 lavoratori non vedono lo stipendio. «L’azione di oggi è figlia di una situazione che non possiamo più accettare – spiega Stefano Rizzi, sindacalista della Fillea/CGil -. I lavoratori hanno tenuto duro e pazientato fino ad oggi senza vedere però nessun risultato».
A questo punto sono i lavoratori stessi ad essere preoccupati per la tenuta economica dell’azienda, «vogliamo avere delle risposte – spiegano -, continuiamo ad andare avanti di mese in mese senza vedere uno stipendio e senza che ci venga presentata una prospettiva di futuro. Siamo sempre ad aspettare qualche novità su un piano di ristrutturazione aziendale che però non viene mai presentato. Ci sono i mutui da pagare e delle famiglie da crescere non si può andare avanti così».
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