Al Cairoli cresce la generazione web ma serve uno sponsor
Al liceo classico la carta convive con chip e bit: il progetto Arché è decollato ma per il prossimo anno va rifinanziato
«Odissea: oltre il velo». La lezione è proiettata su uno schermo collegato a un computer. La professoressa di latino e greco, Vittoria Criscuolo, ha di fronte gruppi di studenti seduti su banchi particolari. Sembrano spicchi di un’arancia, componibili in qualsiasi disposizione e in funzione della lezione. La carta ha lasciato il posto a chip e bit. Ogni allievo per scrivere, consultare manuali, accedere ai materiali e alle lezioni, messi a disposizione dall’insegnante, usa un netbook, collegato in rete e fornito in comodato gratuito dalla scuola. Gli assenti e i voti vengono annotati su un registro elettronico. L’unico superstite è l’intramontabile vocabolario di latino che da solo pesa quanto quattro computer.
Andrea, Asia, Giorgia e gli studenti della 4B del liceo classico “Ernesto Cairoli” sono i volti della «generazione web», nativi digitali che per la prima volta partecipano al progetto Arché. Sono i pionieri di un nuovo modo di apprendere e di studiare, accompagnati in questa avventura da un gruppo di insegnanti coraggiosi che ha raccolto la sfida didattica lanciata dalla scuola.
Quando bisogna finanziare un nuovo progetto, il primo pensiero è dove trovare i soldi. Nel caso di Arché, non si parla di grosse cifre, ma ai tempi della revisione della spesa (spending review) anche quindicimila euro per attrezzare ragazzi e aule possono diventare un problema. Dove si è potuto, si è comunque risparmiato, ad esempio nella formazione degli insegnanti che si sono appoggiati ai colleghi più esperti in informatica. «La prima dotazione di netbook – spiega il preside Salvatore Consolo – è stata acquistata grazie a un bando regionale. Quest’anno dobbiamo pensare a come dare continuità al progetto perché il bando non verrà riproposto e quindi dovremo trovare una sponsorizzazione, questo progetto deve continuare».
Gli studenti della 4B sono entusiasti di aver scelto questa strada. Parlando con loro si ha la sensazione netta che l’era della condivisione, dopo quella dell’accesso, abbia nella scuola la sua collocazione naturale. I problemi non mancano, ma sono tutti attribuibili al ritardo di un sistema che fatica a governare un processo che appartiene alla quotidianità di milioni di ragazzi che usano internet, i social network, soprattutto Facebook e Twitter, e le applicazioni per studiare ed elaborare testi. «I libri in formato pdf – spiega la professoressa Criscuolo – hanno un limite didattico enorme, perché non permettono l’interattività con il testo». «Inoltre – aggiunge Asia – i testi in pdf hanno una scadenza e dopo 5 anni non sono più utilizzabili, mentre altri non sono adottabili perché non è stata prevista una versione digitale». Insomma, le case editrici hanno fiutato il business del testo scolastico elettronico e hanno pensato di fare grossi profitti senza i necessari investimenti in ricerca e sviluppo, proponendo la semplice e “furba” trasposizione elettronica del formato cartaceo che per forza di cose è già in formato digitale.
Arché ha anche l’obiettivo di educare i ragazzi all’uso della tecnologia. Non basta avere un mezzo potente, bisogna saperlo utilizzare al meglio e forse è per questo motivo che gli studenti del Cairoli di fronte al dubbio amletico «tablet or non tablet» hanno scelto le virtù del netbook «più famigliare…più semplice per scaricare i testi … più agevole per scrivere …». Qualcuno fa notare che «l’iPad permette una migliore lettura» e che «esistono nuovi computer da cui è possibile rimuovere lo schermo da usare separatamente come tablet». Prima di pensare alla nuova dotazione informatica per quelli che verranno c’è ancora un po’ di tempo. E poi bisogna risolvere il problema del rifinanziamento del progetto. Nel frattempo l’era della condivisione al liceo Cairoli continua il suo corso: «La novità di quest’anno – conclude Consolo – è che entro la fine di febbraio sarà attivo il portale “scuola in chiaro” per l’iscrizione on line».
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