I milioni sequestrati ai Casalesi saranno ripartiti tra Svizzera e Italia
Lo comunica una nota ufficiale della Confederazione. Il capitale ammonta a 13,8 milioni di euro ed era depositato in una banca di Lugano
Un tesoretto di 13,8 milioni di euro. A tanto ammonta il capitale che fu sequestrato alla Camorra in Canton Ticino e che Svizzera e Italia si ripartiranno in parti uguali. Lo comunica una nota ufficiale pubblicata oggi dall’Ufficio federale di giustizia della Confederazione. «Grazie alla collaborazione internazionale – si legge nel comunicato – i fondi della Camorra erano stati sequestrati in Ticino e confiscati in un procedimento in Italia. Nel 2001 il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha presentato alla Svizzera una domanda di assistenza giudiziaria nel quadro di un procedimento penale avviato contro una persona indiziata di riciclaggio di denaro e finanziamento di diverse organizzazioni mafiose (segnatamente il "clan dei Casalesi"). Il Ministero Pubblico del Canton Ticino ha in seguito sequestrato presso una banca di Lugano fondi che, secondo la domanda di assistenza giudiziaria, sarebbero stati acquisiti in modo illecito e avrebbero potuto essere utilizzati per commettere gravi reati. In virtù delle misure di prevenzione patrimoniale antimafia, i fondi in questione sono stati confiscati nello stesso anno in occasione del procedimento italiano; la decisione di confisca è passata in giudicato nel 2007. Due anni dopo il Ministero della Giustizia italiano ha chiesto alla Svizzera di eseguire tale decisione. Nel 2010 il Ministero Pubblico del Canton Ticino ha ordinato la trasmissione all’Italia dei valori depositati. Ha inoltre informato l’Ufficio federale di giustizia (UFG) che andava considerata la ripartizione dei valori patrimoniali confiscati conformemente alla legge sulla ripartizione dei valori patrimoniali ("sharing"). La decisione del Ministero Pubblico è passata in giudicato in seguito alle decisioni del Tribunale federale del 22 dicembre 2010 (1C_561/2010 e 1C_563/2010). Dopo che le competenti autorità svizzere hanno acconsentito alla ripartizione, l’UFG ha potuto concludere una convenzione di ripartizione con le omologhe autorità italiane».
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