Via libera alla nuova rotonda. La Lega: “Ora un piano complessivo sulla viabilità”
Approvata l'ultima autorizzazione per la rotatoria all'incrocio via 20 Settembre-via Venegoni, "recuperati" 17 parcheggi. Il PdL contrario, il carroccio favorevole: "Ma si deve pensare la città nel suo complesso"
Via libera definitiva alla nuova rotonda tra via Venegoni, via 20 Settembre e via Postcastello: l’ultimo atto tecnico è stato votato lunedì notte in consiglio comunale, con il voto favorevole della maggioranza di centrosinistra e della Lega Nord e il voto contrario del PdL. Il carroccio ha votato a favore ma ha ribadito che «si deve pensare organicamente la città a più ampio respiro», non solo con interventi isolati.
Il progetto è stato rivisto più volte, per trovare equilibrio ideale tra esigenze delle automobili, posti auto e nuove piste ciclabili che servono la zona della stazione. «Abbiamo fatto un buon lavoro in commissione, grazie al contributo di tutti» ha detto Ivano Ventimiglia (Pd), presidente della commissione lavori pubblici. «I posti auto che si perdono sono 5, in origine se ne perdevano 17: sono stati recuperati grazie al lavoro comune in commissione». Soddisfatta anche la Lega Nord, «siamo contenti che si sia accolta la nostra richiesta per il parcheggio più ampio in via Beccaria» ha sottolineato il capogruppo leghista Paolo Bonicalzi.
Resta invece decidamente contrario alla nuova rotonda il PdL, che difende l’attuale sistemazione (risalente al 2008, amministrazione Mucci) e ribadisce che la nuova rotonda creerà più traffico in centro: «Dove potranno andare le automobili, arrivando da via Venegoni, da Cassano, Boladello e Cairate?» ha chiesto Aldo Simeoni, che da assessore ai lavori pubblici fu artefice della "rivoluzione" della viabilità tra piazza Risorgimento e la stazione. «Nella zona di via Cavour non ci sono mai stalli disponibili nella zona centrale. L’obbiettivo della precedente amministrazione era abituare i cittadini ad usare la circonvallazione nord-ovest, anzichè passare dal centro cittadino». Ed è da qui che si è ri-aperto il dibattito sulla sistemazione della piazza Risorgimento, con Piergiorgio Praderio (Città è Vita) che ha ricordato la presenza del nuovo ipermercato sorto in centro: «Il grande traffico non lo porterà questa svolta, l’intasamento vero è quello nato dalla presenza dell’Esselunga. Si potrebbe dire: a Gallarate tutte le strade portano all’Esselunga». Aldo Simeoni ha invece ribadito che per rendere più fluido l’asse tra piazza Risorgimento e piazza San Lorenzo si deve intervenire altrove: «il problema è solo causato dall’attraversamento incosciente da parte dei pedoni, servono attraversamenti definiti e con semafori».
Insieme alla nuova rotonda, è stato annunciato anche un nuovo intervento, fino ad oggi non esaminato: «Abbiamo intenzione – ha detto il sindaco Edoardo Guenzani – di inventire il senso di marcia in via Damiano Chiesa», per evitare «il by-pass del traffico» che passando da via Postcastello e da via Cavour "taglia" verso l’ospedale evitando piazza San Lorenzo. In questo modo si conta di ridurre il traffico di attraversamento dal centro storico. Da questo punto di vista, la Lega Nord, spiegando il voto favorevole («fatela, fatela al più presto»), ha anche chiesto più chiarezza sulle prospettive strategiche: «Bisogna pensare però la viabilità nel suo complesso, non solo a spot» ha detto Matteo Ciampoli. «Allo stesso modo, bene che si sia iniziato a lavorare sulle ciclabili, ma vogliamo vedere un piano. La città merita un piano complessivo: si faccia la rotonda, si apportino eventuali correttivi, ma si deve pensare organicamente la città a più ampio respiro, a partire dal Pgt».
Sul voto finale (che riguardava in realtà solo un passaggio tecnico), la Lega Nord ha votato a favore insieme alla maggioranza di centrosinistra, mentre i due consiglieri del PdL rimasti in aula, Aldo Simeoni e Germano Dall’Igna, hanno votato contro. Un voto che, secondo il centrosinistra, non era pienamente coerente a fronte delle modifiche introdotte con il lavoro in commissione. Una motivazione che è respinta da Dall’Igna: «Abbiamo chiesto e ottenuto modifiche, ma rivendichiamo il diritto a valutare l’opera nel suo complesso. Non si può chiedere all’opposizione di essere a favore a tutti i costi».
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