Angelo Senaldi, da vicesindaco a parlamentare
"Preoccupato" di fronte alla situazione politica, Senaldi preannuncia che il no al doppio incarico: "Lascerò l'incarico d'assessore, i tempi li deciderà il sindaco"
Angelo Senaldi ha iniziato giovanissimo nelle file della DC, ma poi è sempre stato in minoranza, almeno a Gallarate. Fino a due anni fa: oggi è vicesindaco e diventerà parlamentare Pd, alla Camera. Quasi ovvio che sia «molto frastornato», a ritrovarsi in questa situazione, a diventare parlamentare nel momento in cui sembra crollare un intero sistema e contemporaneamente c’è una sfida aperta. «Guardando all’esito del voto nazionale, c’è preoccupazione su come si può gestire una situazione così complicata. Certamente bisogna dare risposte al bisogno che è emerso. Bisogna fare in modo che la politica sia più semplice e capace di accostare la gente», riconosce. Nei mesi scorsi è stato un grande sostenitore anche di Matteo Renzi, che da molti era considerato anche come risposta alla cosiddetta "antipolitica": «Che i costi della politica debbano essere ridotti è una priorità, era già nel programma del PD, non lo scopriamo oggi», aggiunge, ribadendo la necessità di partire da qui. Certo, la situazione di stallo tra Camera e (soprattutto) Senato non consente di fare grandi previsioni, non oggi almeno: «Certamente questo è un dilemma che non lascia pienamente soddisfatto del risultato personale». Alla Camera il Pd
C’è poi un’altra questione: Senaldi è anche vicesindaco e ha la delega "pesante" dell’urbanistica, tanto più rilevante perché si è nel mezzo del processo di revisione del Pgt, che dovrebbe andare in porto entro fine 2013. Cosa farà ora, da assessore? Si dimetterà o farà coesistere le due cariche, a Gallarate e a Roma? «Non è obbligatorio lasciare l’incarico, ma la somma dei due impegni non è nelle mie corde. Io voglio lasciare con i tempi e i modi che il sindaco deciderà. Sarà il sindaco a decidere sui tempi: non voglio aggiungere urgenze ad altre urgenze che già ci sono». E cita – come questioni aperte – il difficile bilancio da far quadrare e le scelte per far ripartire il museo Maga. «Seguirò le scelte del mio partito e del sindaco che mi ha affidato l’incarico. Ci sono persone e capacità che possono portare avanti il lavoro che ho avviato con l’amministrazione, sia in termini politici sia in termini specifici del mio assessorato».
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