Con gli sprechi della Regione costruiamo il teatro

I candidati alla Regione Lombardia hanno risposto alla chiamata di Filippo De Sanctis, direttore del teatro Apollonio, per rispondere alla domanda «Varese è cultura?»

«Varese è cultura?» Se poni questa domanda ai candidati alle regionali in un teatro provvisorio (solo per definizione visto che quello di piazza Repubblica è in piedi da oltre 13 anni) è naturale che la prima risposta vada a parare sulle possibilità di avere un teatro ben piantato per terra. Filippo De Sanctis, direttore dell’Apollonio e organizzatore dell’incontro, ha avuto ragione su un punto: parlare di cultura a Varese coagula gli interessi più trasversali e il pienone della sala conferenze del teatro ne è stata la dimostrazione.
Se per Ambrogina Zanzi (Lista civica per Monti) il teatro stabile è una necessità della città finanziabile con i tagli alla spesa corrente del bilancio regionale, coinvolgendo i privati e accedendo a bandi dell’Unione Europea, per Marzia Giovannini (Sel) il problema non sono i luoghi fisici dove fare cultura ma i contenuti e quindi «quale politica culturale» deve fare la Regione. Alessandro Alfieri (Pd) sostiene la via del project financing, dove pubblico e privato contribuiscono all’opera, mentre Francesca Brianza (Lega) richiama l’importanza di avere un accordo di programma, che, secondo il vicesindaco Carlo Baroni, (Pdl, ma non candidato) non servirebbe se si potesse accelerare l’iter del Pgt (piano di governo del territorio).
Nei cassetti del Comune di Varese, secondo Baroni, “riposa” da anni un progetto per la realizzazione del nuovo teatro (che doveva sorgere al posto della caserma Garibaldi): 1200 posti in una struttura che puo’ ospitare anche concerti e spettacoli musicali.
Quale cultura deve promuovere la Regione? è la domanda principale a cui dare una risposta. E quando la parola passa agli addetti ai lavori la questione si focalizza sui tagli al settore operati dalla giunta Formigoni. «L’offerta culturale – ha sottolineato Adriano Gallina, direttore teatrale – crea anche la domanda, ma se da qui al 2015 la Regione taglierà il 74% dei finanziamenti alla cultura sarà ben difficile sostenere un’offerta dignitosa». Il confronto con altre regioni italiane (Toscana, Puglia ed Emilia Romagna), secondo Gallina, è impietoso. Baroni va sulla difensiva e legge un comunicato di Raffaele Cattaneo dove si elencano gli interventi fatti in provincia di Varese. L’assessore provinciale Brianza rifiuta l’estrapolazione di dati dal bilancio regionale senza un minimo di contestualizzazione: «Non si puo’ parlare di sprechi in Lombardia e il settore della cultura non è il solo a soffrire». Di parere contrario Zanzi secondo cui il bilancio regionale è«un pozzo di sprechi» dove è possibile attingere le risorse necessarie per rilanciare la politica culturale. Alfieri entra nel merito degli sprechi citando l’operazione di potere fatta dal centrodestra con il film “Il Barbarossa”. I tagli per Giovannini sono una scelta politica che va a incidere «su un bene comune che rafforza il nostro diritto di cittadinanza, soprattutto per chi è meno scolarizzato e per i nuovi cittadini». La candidata richiama inoltre la necessità di una legge quadro nazionale, ipotesi che Baroni rifiuta categoricamente perché «la cultura e la bellezza non possono essere definiti per legge».
Per un’attrice e regista come Silvia Priori (Teatro Blu) il problema è la metamorfosi imposta agli artisti che si devono occupare di bandi e burocrazia, anziché di testi e drammaturgia. In attesa che i poeti prendano il potere, auspicio espresso da Dino Azzalin (Nem edizioni), il territorio si organizza in molti luoghi e molte forme meritevoli, secondo Giulio Rossini (Arci e Filmstudio90), di maggiore attenzione da parte delle amministrazioni locali. Per Massimiliano Lazzaroni (I Cortisonici) manca una regia territoriale. Ma il regista ancora non si trova. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Febbraio 2013
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