L’Arci, le richieste alla politica: “In Lombardia serve discontinuità”
In vista delle elezioni l'associazione avanza le priorità che chiede ai politici: "Noi liberi di schierarci sul piano delle idee e dei contenuti"
«L’Arci è autonoma e indipendente dalla politica ma legata ai temi della cultura e della politica pertanto siamo liberi di schierarci sul piano delle idee e dei contenuti».
La direzione varesina dell’associazione di promozione sociale, associazione culturalmente progressista, laica e legata alla storia delle diverse anime delle sinistra italiana, non partecipa, ovviamente, alla contesa elettorale ma ha deciso di esporre alla politica le sue priorità.
Con una premessa, fatta in conferenza stampa dal presidente Giulio Rossini, dal vicepresidente Mauro Sabbadini, dalla responsabile Arciterritori, e candidata per la lista Etico Michela Barzi e il respondaibile cultura Adriano Gallina: «in Regione Lombardia serve una totale discontinuità rispetto al passato».
Per il Comitato Provinciale Arci Varese le priorità da chiedere alla politica sono molte e rilevanti:
– La Legalità democratica e la lotta contro tutte le mafie, per liberare il Paese dal ricatto dell’illegalità, creare una società più democratica e più giusta, l’impegno al riutilizzo dei beni confiscati si deve affiancare ad una vera guerra alla corruzione e al malaffare diffuso
– La partecipazione democratica, attraverso la trasparenza, l’informazione, e la tutela del diritto alla partecipazione; la promozione delle iniziative partecipative ad ogni livello: dall’elaborazione dei PGT ai bilanci degli enti pubblici.
– La promozione dei diritti digitali, attraverso una vera agenda digitale diretta a due obiettivi: la modernizzazione ed efficienza della pubblica amministrazione, con relativa riduzione dei costi e dei tempi da un lato e l’abbattimento del digital divide dall’altro, con la promozione dei supporti digitali dove possono essere usati per garantire più facile ed economico accesso al sapere
– Accanto a ciò la liberazione del diritto d’autore, con adeguato riconoscimento delle licenze Creative Commons e Fair Use, con la rottura di tutti i monopoli consociativi
– Diritti civili: riconoscimento delle unioni civili, eguaglianza di tutti i cittadini di fronte al matrimonio e alla possibilità di costruirsi una famiglia (indipendentemente dall’orientamento sessuale o da altre condizioni), la cittadinanza a tutti i bambini che nascono in Italia, indipendentemente dall’origine dei genitori; uno stato laico senza privilegi di sorta per alcuna confessione religiosa
– Parità di genere: la democrazia italiana non sarà mai compiuta, l’economia nazionale non potrà mai crescere finchè alle donne non siano garantite le stesse opportunità e diritti degli uomini
– Trasparenza e finanziamenti alla cultura e al volontariato: ripristino di un minimo di previsione di bilancio per tali attività (appoggiamo pienamente l’idea diffusa di un minimo dell’1% per la cultura), fine dei finanziamenti o delle mance a pioggia: solo contributi a bando e rigorosa, trasparente rendicontazione al pubblico di ogni euro speso
– Smettere di parlare dei giovani come fossero animali in via di estinzione, affrontare con serietà le ragioni della disoccupazione, sottoccupazione e precariato, attuare politiche che favoriscano il protagonismo delle giovani generazioni.
– Impulso alla conversione dell’industria bellica attraverso politiche che ne mettano il grande sviluppo tecnologico a favore di progetti di pace; smettere di fabbricare armi senza perdere ma anzi guadagnando posti di lavoro, contro la guerra e contro l’attivismo di pura testimonianza
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