Munafò, il contestatore di Crozza vive a Legnano

E' stato anche consigliere comunale Pdl nella città del Carroccio e spiega perchè l'imitazione di Crozza non gli è andata giù: "Ha tirato in ballo il terremoto dell'Aquila mentre imitava Berlusconi e lanciava soldi finti"

Lettiero Munafò, detto Lillo, è stufo di essere importunato: «Adesso basta, sono stanco di tutte queste telefonate e interviste ho da fare» – esordisce così dopo l’ennesima chiamata da parte dei giornalisti, scatenati pur di avere una sua dichiarazione dopo la contestazione all’Ariston durante la prima serata del Festival di Sanremo, nei confronti di Maurizio Crozza: «Ho trovato davvero di pessimo gusto la battuta, se così la si può definire, mentre imitava Berlusconi e lanciava i soldi sul pubblico dicendo che erano quelli dell’Aquila».

Munafò l’ha presa proprio male: «Io sono andato al Festival di Sanremo – spiega Munafò – come ogni anno faccio da cinque anni a questa parte ed ero lì per sentire le canzoni in gara e invece Crozza ha monopolizzato il palco per parlare di politica». A chi gli muove l’osservazione che la presenza di Crozza era prevista da qualche giorno, risponde: «Io non lo sapevo che ci sarebbe stato lui come ospite e comunque il Festival della canzone italiana non c’entra con la satira politica».

Munafò non è nato ieri, ha 67 anni, è di Lecce e ha trent’anni di esperienza come agente della cassa di Risparmio di Genova, da molti anni si è stabilito a Legnano dove è stato consigliere comunale del Pdl a Legnano (nella foto di Legnanonews in un evento pubblico con Alfano, ndr), dove vive tutt’ora ed è attualmente vice-presidente del Lecce di patron Savino Tesoro, conterraneo e imprenditore nel settore della metalmeccanica con un’esperienza (non prorpio felice, ndr) come proprietario della Pro Patria: «Ero con lui ieri sera e le nostre rispettive mogli – sbotta Munafò – pensi che lui è di orientamento politico opposto al mio. Qualcuno ha detto che la protesta era stata orchestrata, ma figuriamoci è stata solo una reazione spontanea che rifarei». Senta, Crozza è un comico che fa satira politica e poi ha preso in giro un po’ tutti i leader politici come Bersani, Ingroia e altri: «Io non discuto la bravura di Crozza ma, glielo ripeto, ho contestato il fatto che si parlasse di politica sul palco di Sanremo e adesso mi scusi ma ho da fare». L’ultima domanda: resterà a Sanremo, lo seguirà fino alla fine? «Certamente e perchè non dovrei, se ci sarà qualcosa che non mi piacerà, mi alzerò dal mio posto e uscirò – conclude – anche questo è un modo di protestare». Munafò ha fretta, è stanco del clamore attorno al suo gesto e chiude la conversazione. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Febbraio 2013
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