Omicidi di ‘ndrangheta, 15 ergastoli
Condannati autori e mandanti degli omicidi di Carmelo Novella, Rocco Stagno e Antonio Tedesco. Mancano all'appello gli autori di almeno altri 4 omicidi avvenuti a Lonate e Legnano dal 2005 al 2008
Sono serviti due pentiti per abbattere un muro d’omertà che sembrava invalicabile e far condannare gli autori e i mandanti di tre omicidi di ‘ndrangheta avvenuti in Lombardia tra il 2008 e il 2009. La cortina spessa di silenzi è stata rotta dagli autori dell’omicidio più rumoroso, quello dell’allora capo della Lombardia Carmelo Nunzio Novella freddato in un bar di San Vittore Olona il 14 luglio 2008, punto cardine attorno al quale si è sviluppata anche l’indagine Infinito-Crimine che ha portato all’arresto di 300 appartenenti all’organizzazione e dei quali 110 condannati in Lombardia.
Sono state le dichiarazioni di Antonino Belnome (uno dei primi pentiti e reo confesso dell’omicidio Novella) e Michael Panajia a far condannare 15 affiliati all’ergastolo e lo stesso Panajia a 23 anni di reclusione. Gli altri due morti ammazzati sono Rocco Stagno, ucciso in una cava di Bernate Ticino e del quale non venne mai ritrovato il corpo, e Antonio Tedesco, assassinato a Bregnano (Co). Si tratta delle prime condanne per omicidi di ‘ndrangheta in Lombardia quelle pronunciate dalla Corte d’Assise, presieduta dal giudice Anna Introini, la quale ha accolto 15 delle 16 richieste di condanna al carcere a vita.
Gli omicidi di ‘ndrangheta irrisolti, però, sono ancora molti: non sono ancora stati presi e condannati gli assassini di Giuseppe Russo, ucciso il 27 novembre 2005 all’interno del Caffè Moro di Lonate Pozzolo da due uomini che arrivano in moto davanti al bar, scendono, entrano col viso coperto dal casco e scaricano un intero caricatore sul suo torace. Mancano all’appello gli autori dell’omicidio di Alfonso Murano, freddato con sei colpi di arma da fuoco il 28 febbraio 2006 a Ferno, e quelli che hanno sparato e bruciato Cataldo Murano il 7 gennaio del 2005. Mancano, infine, gli autori e i mandanti dell’omicidio di Cataldo Aloisio, cirotano e genero del boss Giuseppe Farao, trovato senza vita con foro di proiettile della nuca nei campi di San Giorgio su Legnano il 27 settembre del 2008. Per queste morti la coltre di omertà è ancora spessa e impenetrabile per gli inquirenti.
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