Pesoli replica a Rosati: “L’errore è stato il patteggiamento”
L'ex difensore del Varese: «Se il club avesse scelto la mia linea ora non avrebbe penalità: non sono io ad aver sbagliato». E accoglie l'invito del presidente biancorosso: «Parliamoci al "Bentegodi"»
Le parole pronunciate in conferenza stampa dal presidente del Varese, Antonio Rosati, e la richiesta di revisione della sentenza con cui il club biancorosso ha subito un punto di penalità, hanno improvvisamente riportato al centro dell’attenzione la vicenda di calcioscommesse esplosa la scorsa estate e che ha visto protagonista, suo malgrado, Emanuele Pesoli. Il 32enne difensore ciociaro aveva subito una squalifica di tre anni per via di una lunga serie di sms scambiati con Carlo Gervasoni (uno dei maggiori implicati nel calcioscommesse) nei giorni precedenti a Siena-Varese. Una sentenza poi radicalmente ridotta dal Tnas che ha riconosciuto a Pesoli la "condotta sleale" ma non il ben più grave "illecito sportivo": il suo stop è così stato fissato in dieci mesi, «e da quel momento mi è stata ridata la vita» sottolinea lui con una sospiro di sollievo avvertibile anche al telefono. Su questa variazione del capo di imputazione il Varese fa ora leva per farsi togliere il punto di penalità comminata (per responsabilità oggettiva) a seguito del patteggiamento, ma a Pesoli non sono andate giù le dichiarazioni di Rosati, secondo il quale il difensore avrebbe dovuto seguire la linea della società.
SBAGLIATO PATTEGGIARE – «Il presidente Rosati è ancora convinto che io avrei dovuto patteggiare ma io non sono d’accordo. Per conto mio il patteggiamento sarebbe stato un’ammissione di una cosa che non ho commesso: ho rischiato, ho dormito a fatica per sette mesi tanta era la mia preoccupazione ma alla fine la mia onestà è stata riconosciuta. Certo, ho commesso un’ingenuità e per quella pagherò con dieci mesi di squalifica, ma non sono un delinquente. Se invece fossi sceso a compromessi, mi avrebbero dato due anni di stop e 50mila euro di multa: la linea difensiva errata, secondo me, non è quella che ho scelto». Pesoli rivela a grandi linee il contenuto degli sms inviati a Rosati: «Io al presidente ho detto che avrebbero dovuto fidarsi di me. Se il Varese avesse rischiato come ho fatto io, forse in primo grado sarebbe stato condannato a -3 ma oggi ne uscirebbe senza alcuna penalità. Hanno preferito togliersi il peso di un processo lungo e ora mi danno l’impressione che si vogliano giustificare per quella decisione. Poi, per carità, sono il primo ad augurarmi che il -1 venga cancellato, ma la richiesta di revisione mi sembra un po’ fuori tempo».
PRONTO AL CONFRONTO – La prima richiesta fatta da Antonio Rosati in conferenza stampa è stata quella di un incontro privato con Pesoli in occasione della partita di sabato tra Verona e Varese. «Per me non c’è alcun problema, anzi: sarò in tribuna al "Bentegodi" e incontro volentieri il presidente, così potrò chiarire con lui le questioni di cui stiamo parlando» sottolinea Pesoli al telefono. «Gli confermerò la mia innocenza, ammetterò la mia ingenuità e lo farò senza problemi se ci sarà la possibilità di incontrarci». Il confronto diretto servirà anche a Pesoli e Rosati per fare chiarezza sul riferimento alla "collaborazione" del Varese con il difensore quando quest’ultimo stava preparando la sua difesa. Secondo il giocatore infatti «dalla società non mi è stato dato alcun aiuto. Un supporto l’ho avuto solo da Stefano Amirante, l’avvocato del club, persona che stimo e che è sempre stato molto corretto. È vero anche che lui mi ha concesso di incontrare nel suo studio le persone che hanno fatto dichiarazioni spontanee a mio favore; l’alternativa era quella di vederci in un bar. E in pratica, l’85% di quelli a cui l’avevo chiesto hanno rilasciato queste dichiarazioni: è accaduto con Sogliano, Sannino, Panzarasa e molti altri, sia tesserati del Varese sia ex. Qualcuno non è voluto venire ma ci può stare: sono comunque soddisfatto di come si siano mossi i miei colleghi di allora, calciatori e non».
GRAZIE VARESE – Pesoli utilizza le percentuali anche per un altro aspetto, quello del supporto della gente. «Consentitemi di ringraziare, attraverso il vostro giornale, anche le tantissime persone che in un modo o nell’altro mi sono state vicine in questo periodo difficile. A Varese sono molti coloro che mi hanno supportato e credo che il 90% della genta abbia compreso la mia innocenza. Poi c’è sempre qualcuno che non è d’accordo o che mi ha dato contro ma sono cose che succedono».
IL BIG MATCH – In questo momento il difensore non ha un contratto depositato il Lega, ma si sta allenando proprio con il Verona (nella foto durante l’amichevole della scorsa estate con la Pro Patria). La squadra scaligera lo avrebbe ingaggiato se non ci fosse stata la squalifica ma dopo la sentenza lo ha comunque integrato nel gruppo che lavora con mister Mandorlini. «Tra qualche settimana ci siederemo a un tavolo per capire quale sarà il mio futuro agonistico, ed è normale che la mia priorità vada all’Hellas visto che mi stanno dando questa opportunità». Un Verona che attende il match contro il Varese con un po’ di apprensione: «Sabato ci sarà di sicuro una grande partita tra due squadre molto attrezzate. Io penso che i gialloblu siano la squadra più forte della Serie B ma fino a questo momento non sono sempre riuscita dimostrarlo. Il Verona arriva da due sconfitte consecutive, è un po’ giù di morale ma tutti sono consapevoli del valore che ha la partita contro il Varese. Credo che chi assisterà all’incontro potrà davvero godersi del grande calcio».
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