«Quelle operazioni finanziarie erano lecite»

Le operazioni effettuate da Matteo Castiglioni sono documentate e, soprattutto, lecite. L’avvocato dell’imprenditore bustocco, Elio Giannangeli, è fiducioso e spiega dal punto di vista della difesa i fatti ricostruiti dal sostituto procuratore Pasquale Addesso dopo gli interrogatori che si sono svolti questo pomeriggio (venerdì) nell’ufficio del Gip Nicoletta Guerrero del Tribunale di Busto Arsizio. Secondo Giannangeli le operazioni finanziarie messe in piedi all’estero dalla Castiglioni srl sono state ricostruite in maniera del tutto errata: «Il mio assistito non nega l’esistenza delle operazioni per ottenere il prestito ma contesta le  il quadro delle accuse che vengono sostenute dal magistrato e respinge la tesi della frode fiscale».

Castiglioni, secondo la difesa, è in grado di presentare argomenti che rendono lecite le operazioni e nega quanto gli viene contestato rispetto alla creazione di società fittizie. In merito a quanto dichiarato da Sergio Lorenzi, considerato il faccendiere all’estero di Castiglioni, l’avvocato preferisce non dire nulla al momento ma conferma che il suo assistito ha recentemente pagato circa 3,5 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate per "regolarizzare" la sua posizione con l’erario in merito ai mancati versamenti derivanti fiscali dalle operazioni all’estero: «La stessa Agenzia, comunque, ha dato ragione alla Castiglioni rispetto all’accusa di frode fiscale – aggiunge Giannangeli – motivazioni documentate che dicono il contrario di quanto sostenuto dall’accusa». Sui presunti 10 milioni depositati in banche estere, infine, Giannangeli afferma che il suo cliente non ha confermato la tesi che possano essere riconducibili a lui. Al momento il legale non ha presentato istanza di scarcerazione per il suo assistito.