“Varese deve dire chiaramente se vuole il Del Ponte”

Giuseppe Adamoli, tra i politici varesini più attivi sul fronte sanitario, ripercorre la storia del progetto ed evidenzia aspetti positivi e negativi di questa scommessa

L’idea di un polo materno infantile risale al 1999, in tempi decisamente diversi, quando l’obiettivo era quello di superare le tante pediatrie e punti nascita per creare una realtà di alta specializzazione. Si fecero simulazioni, studi sul potenziale bacino d’utenza. E, alla fine, si scelse.
A raccontare i retroscena "storici" del Del Ponte è Giuseppe Adamoli, politico varesino che fece della sanità uno dei suoi campi preferiti di azione e interesse: «A quel tempo si dibatteva molto del nuovo volto  ospedaliero della città – ricorda Adamoli – c’erano 200 miliardi delle vecchie lire per costruire il monoblocco del Circolo e si sentiva l’esigenza di dare una nuova realtà anche ai bambini. Gli studi evidenziarono che la Lombardia era ricca di grandi specialità ma mancava l’eccellenza pediatrica. Si pensò a Varese, con il bacino potenziale dell’area Nord Ovest della regione, oltre al confine piemontese e al Canton Ticino. La mia obiezione riguardò la collocazione urbana di questo ospedale: occorreva rivedere la viabilità, i parcheggi, le infrastrutture. Sul piano sanitario mi fidavo del parere degli esperti».

Dal 1999, anno dell’accordo Stato Regione, si dovette attendere sino al 2006 per vedere sbloccati quei fondi: la costruzione del monoblocco aveva di fatto rallentato progetti e idee sul materno infantile. Poi vennero gli Stati Generali e la decisione definitiva culminata nel 2010 con il completamento dell’iter burocratico e lo stanziamento di 7 più 21 milioni di euro: « Oggi il cantiere è avviato, i lavori iniziati, ma è profondamente cambiato il contesto economico. Quello che deve indurci a fermarci e riflettere è l’imminente scadenza elettorale: che vincano gli uni o gli altri, la politica sanitaria degli ultimi 18 anni in Lombardia cambierà. Spetta, dunque, a chi prenderà in mano le redini della Lombardia decidere cosa sarà di questo ospedale: rimarrà polo d’eccellenza per il Nord Ovest?  Varese deve ancora risolvere i suoi problemi urbanistici ( nel suo blog Adamoli elenca le attuali criticità)  ma tocca alla Regione dire se avrà senso mantenere due poli ospedalieri a pochi metri di distanza. Io non so se Varese potrà essere attrattiva soprattutto per gli specialisti: me lo auguro vivamente.  Se verrà deciso che Varese avrà questa eccellenza pediatrica io dico: si vada avanti. Il territorio può esprimere pareri, aspirazioni. La polemica sollevata sulla necessità di avere due ospedali è arrivata nel momento giusto: ora occorre fare chiarezza. La città deve dire apertamente se ci tiene ad avere una grande realtà a servizio di un territorio sovraregionale o no. È un peccato buttar via un progetto così prestigioso, ma non avrebbe senso se, alla fine, mancassero le risorse». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Febbraio 2013
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