Cittadini e Legambiente al capezzale del fiume malato

In una ventina, questa mattina, si sono fermati a parlare con la stampa per denunciare lo stato di salute pessimo delle acque invase dai tensioattivi. Castiglioni: "Chiediamo più trasparenza sui dati"

Da una parte persone che passeggiano nel verde, dall’altra il viadotto di Pedemontana che taglia in due la valle, dall’altra il fiume Olona e la sua immancabile schiuma bianca. Il colpo d’occhio dell’intero medio Olona tra Solbiate e Fagnano, è completamente cambiato negli ultimi anni. Fatto salvo l’impianto di fitodepurazione realizzato dal Comune di Gorla Maggiore, il cambiamento non è stato molto positivo. Questa mattina, sabato, un gruppo di cittadini capeggiato da Ivano Ghezzi ed alcuni esponenti di Legambiente si sono trovate sulle sponde del fiume malato a Fagnano Olona, all’approdo di Calipolis. In una ventina hanno incontrato stampa e televisioni per denunciare quanto sta accadendo in quel tratto di fiume. Da settimane, ormai, la schiuma è una costante nei pressi dei due salti tra Fagnano e Gorla Maggiore e Ivano Ghezzi, sta monitorando la situazione e documentando con foto e video che carica su YouTube e giornali on-line. 

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«Siamo venuti qui stamattina con Legambiente per mostrare ai cittadini che hanno a cuore la salute del fiume, cosa sta succedendo – spiega – nelle acque c’è una presenza ormai costante di tensioattivi che creano la schiuma che vedete, inoltre sono presenti fanghi neri che si accumulano sulle sponde e un odore intenso e nauseante che col caldo sarà ancora più forte». Il lungofiume è percorso da decine di persone che passeggiano con gli animali o che fanno footing e che usano la pista ciclabile ma lo spettacolo della natura è menomato dalla pesante attività umana che non permette all’ecosistema di stare in equilibrio. La valle Olona è anche un corridoio naturale per gli animali che si spostano da una zona all’altra, proprio per la presenza del corso d’acqua.

«Quello che più fa arrabbiare di tutto questo è la pochissima informazione e scarsa trasparenza da parte degli enti preposti – spiega Flavio Castiglioni, membro di Legambiente – non si sa mai bene di chi è la responsabilità; il comune delega alla Provincia che a sua volta chiama in causa la Regione, che gira ad Arpa e via dicendo. I dati sullo stato di salute del fiume dovrebbero essere pubblicati sul web, in modo che chiunque possa vederli e rendersi conto». Questa mattina Castiglioni ha provato anche a chiamare alcuni amministratori della valle e l’Arpa, perchè eseguisse un prelievo anche se straordinario ma nessuno si è presentato. Le risposte sono note: sono in atto dei tavoli di lavoro a livello di Ato, Arpa e Regione ma non c’è un piano certo. L’intenzione è quella di partire dai depuratori come quello di Varese, ormai definito inefficace, a scendere. Ai cittadini non resta che continuare a monitorare ed interessarsi per tenere alta l’attenzione. Sono già previste iniziative il 21 e il 22 marzo, tra le quali un incontro pubblico sullo stato di salute del fiume con amministratori e Arpa.


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Pubblicato il 02 Marzo 2013
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