Il giudice processa i maschi molesti l’8 marzo

Il gup Battarino accorpa in una sola udienza i casi di 6 molestatori per dare un segnale in occasione della festa della donna. E allo stalker recidivo, subito, vieta di andare sul bus della sua vittima

La potremmo chiamare l’udienza rosa, quella programmata per venerdì mattina, al tribunale di Varese, davanti al giudice dell’udienza preliminare. Il magistrato Giuseppe Battarino (foto), in occasione dell’otto marzo, ha infatti riunito una serie di casi di donne maltrattate, 6 per la precisione, con presunti reati che vanno dalla violenza sessuale, allo stalking. E’ un piccolo segnale di attenzione, che la magistratura varesina ha voluto dare sul fenomeno della violenza contro le donne. Il gup Battarino, particolarmente sensibile ai problemi sociali, non è nuovo a iniziative originali. Romanziere e anche attore, nel tempo libero, è a Varese da diversi anni nella magistratura giudicante, dopo essere stato pm a Busto Arsizio.

Uomini violenti
I casi di domani mattina, sono indicativi di un microcosmo violento e fragile allo stesso tempo: un uomo di 40 anni accusato di violenza sessuale nei confronti della compagna di 32 anni. Un maschio di 55 anni che non accetta la separazione e ha rivolto minacce aggravate alla donna di 42 anni. Gli atti persecutori di un 52enne messinese nei confronti della ex convivente tedesca. I palpeggiamenti molesti di 28enne che si è permesso di mettere le mani su una minorenne finendo accusato di violenza sessuale. Un matrimonio degenerato in violenze quotidiane dove un 35enne apostrofava la moglie con frasi tipo “ti ammazzo” e persino pretendeva, a suon di schiaffi, che lei non usasse internet. Un 35 anni che si era invaghito di una ventenne, e quando lei lo ha lasciato ha iniziato a seguirla e minacciarla. 

Non salire su quel bus
A corredo di tutti questi casi, che saranno trattati domani, l’ufficio del gup si è occupato anche di una misura restrittiva nei confronti di un uomo che tormentava una donna, divenuta la sua ossessione. Un caso che accade spesso e che rovina letteralmente la vita alle vittime.
Il gup ha deciso «il divieto per l’uomo di accedere al comune di Varese, luogo di dimora della persona offesa. Il divieto di avvicinarsi a una distanza inferiore a 50 metri dalla persona offesa. Il divieto di accedere ai mezzi pubblici utilizzati dalla persona offesa, e alle aree di sosta degli stessi mezzi pubblici. Il divieto per il predetto di comunicare con qualsiasi mezzo, personale, epistolare, telefonico o tematico, con la persona offesa». Il giudice non ne fa una questione di normativa, ma di sensibilità: «Bisogna mantenere un’attenzione costante su questi fenomeni – afferma – bisogna ascoltare soprattutto le vittime di questi reati ed essere pronti a cogliere i segnali di disagio che provengono dalla società». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Marzo 2013
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