Il Maga “opera per l’egocentrismo di pochi”
Dura presa di posizione di Sinistra Ecologia e Libertà. "Una riprogettazione serve, il museo deve diventare un luogo di ritrovo, di scambio di opinioni"
«E’ una grande opera costruita per l’egocentrismo di pochi e pagata collettivamente milioni di euro. Deve diventare un luogo di ritrovo, un luogo dove un gallaratese abbia voglia di andare». Sul tema del futuro del Maga, si sente la voce di Sinistra Ecologia e Libertà, che non è certo tenera nell’indicare le radici del problema (della sostenibilità economica del museo) ma che prova a tracciare una linea per il futuro.
Punto di partenza, ovviamente, le polemiche e gli appelli recenti legati al taglio dei finanziamenti: «L’amministrazione comunale ha deciso di contribuire all’attività del MAGA con 750.000 euro. Tagliando non poco rispetto all’anno scorso (200mila euro come contributo mostre e addebitando al Maga le utenze di luce, gas, acqua, telefoni… che sono pesate nel 2012 sul bilancio comunale per circa 250mila euro). E tagliando in misura ancora maggiore, se in relazione ai contributi diversamente denominati dati prima dell’arrivo del centrosinistra. Ciò ha fatto a diversi gridare allo scandalo: proprio la sinistra è contro la cultura».
E da qui parte la critica radicale alla struttura come è stata pensata alle origini, 4-5 anni fa: «Il MAGA non è un’opera costruita per promuovere la cultura. E’ una grande opera costruita per l’egocentrismo di pochi e pagata collettivamente milioni di euro per la sua realizzazione e altri milioni di euro per il suo funzionamento. E’ un’opera pagata con la cementificazione della città, poiché è lì, negli oneri di urbanizzazione, che la vecchia giunta trovò i soldi per farlo. Lo dicemmo allora e continuiamo a crederlo oggi: non può esistere educazione al bello, all’arte, alla conoscenza, se la città che abitiamo viene imbruttita dal troppo cemento e deprivata dei luoghi storici che ne formano l’identità». Nel complesso, dice SEL, «non si è avuta la volontà di progettare un intervento che durasse nel tempo».
Facendo il punto sui costi, SEL ricorda che «in tre anni, la Fondazione ha consumato il fondo di dotazione di 700mila euro e ha ricevuto contributi comunali per oltre 5 milioni di euro. Un costo insostenibile. Lo dicevamo già nel marzo 2010, quando venne inaugurata. Inaugurazione, per inciso, a cui noi preferimmo stare fuori. Non volevamo essere complici dello sperpero di 292mila euro (così ripartiti: organizzazione: 189.200 €; catering: 45.003 €; ufficio stampa/pubblicità: 17.043 €; vari servizi: 40.858 €).
E se anche l’incendio del 14 febbraio ha reso più urgente la verifica, secondo la forza di centrosinistra «comunque il MAGA andava ripensato»: «il museo cittadino non solo incide fortemente nel bilancio comunale (in un periodo in cui grande attenzione serve dare ai servizi sociali e alle nuove povertà in aumento). Era pure pochissimo frequentato. Allora una riprogettazione delle attività interne, aprendole agli artisti locali ma anche ad esperienze di socialità diverse dall’esposizione museale devono essere introdotte. Il museo deve diventare un luogo di ritrovo, di scambio di opinioni, di chiacchiere, di generazione di idee. Un luogo dove un gallaratese abbia voglia di andare. Non basta andare oltre l’arte contemporanea. Serve farne un luogo sociale, che diventi frequentato e amato dai cittadini e dalle cittadine. Aperto non alla cultura, ma alle culture. Al plurale, perché non esiste né un’unica cultura, né un unico modo di crearla. La ricostruzione del museo dovrà essere allora l’occasione per riprogettarlo, per cambiarlo, per renderlo anche economicamente più sostenibile. Ma soprattutto per renderlo spazio della città. Non luogo elitario, ma luogo aperto davvero capace di promuovere la cultura e i saperi».
Infine SEL conclude con un riferimento ai lavoratori: «Diversi con contratti precari da lungo tempo. Anche, probabilmente, in barba alla normativa. Il consiglio di amministrazione dovrà intervenire per una migliore gestione del personale, rendendo anche finalmente trasparenti le modalità di assunzioni. Dovrà farlo con il loro aiuto e collaborazione. Ma dovrà farlo. Ne va del mantenimento dei posti di lavoro. Con uno sguardo che non è solo all’oggi, ma anche al futuro. E visto l’incendio che ha devastato il MAGA che ne rende a breve impossibile il proseguo delle attività, anche ricorrendo agli ammortizzatori sociali».
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