El Shaarawy: “Abituati a sentire insulti ma quelli razzisti sono inaccettabili”

Il giocatore del Milan in aula per il processo ai sei tifosi accusati di ngiurie a sfondo razziale contro i giocatori di colore durante la partita amichevole contro la Pro Patria del 3 gennaio scorso. Un giocatore nero difende Grittini: "Giocavamo insieme"

Stephan El Shaarawy è stato ascoltato questa mattina, martedì, in Tribunale a Busto Arsizio come testimone nel processo ai sei tifosi della Pro Patria accusati di ingiurie a sfondo razziale nei confronti dei giocatori neri del Milan durante l’amichevole giocata allo stadio Speroni lo scorso 3 gennaio, partita poi sospesa per il rifiuto dei giocatori rossoneri a proseguire la partita: «Ho sentito insulti da parte dei tifosi della Pro Patria nei confronti di alcuni miei compagni di squadra dalla pelle scura – ha raccontato il giocatore milanista – Ad un certo punto sembrava che avessero smesso ma poi hanno ricominciato e a quel punto ci sono state le prime reazioni fino al pallone calciato da Boateng verso il pubblico. Quei versi provenivano dalla curva della Pro Patria e io li ho sentiti perchè giocavo sulla fascia sinistra, proprio sotto i tifosi in curva».

Il pubblico ministero che rappresenta l’accusa, Mirko Monti, ha chiesto se si ricordava qualche episodio particolare, durante la partita, in cui ha sentito i versi considerati razzisti: «In particolare li ho sentiti quando è stato annullato il gol a Muntari – ha proseguito – io ho cercato di tener calmi i miei compagni, dicendogli di non farsi condizionare. Siamo abituati a sentire gli insulti nei nostri confronti dai tifosi delle squadre avversarie ma offese di questo tipo sono inaccettabili. Lui ha deciso di non continuare per i cori razzisti e non per quelli alla sua fidanzata». Assente, invece, Muntari, l’ultimo giocatore del Milan che doveva essere sentito. 

Subito dopo è stato il turno dei testi delle difese dei sei ragazzi a processo. Sono stati sentiti amici, parenti, il parroco di Arnate, un giocatore di colore che ha militato nel Corbetta con l’ex-assessore Grittini, un allenatore della Borsanese. Tutti hanno affermato che i ragazzi coinvolti non sono razzisti e che non hanno mai assunto atteggiamenti di questo tipo nelle occasioni in cui erano presenti persone di colore. In particolare è stato chiamato a testimoniare dall’avvocato Abbiati Nana Jul, un giovane di colore che ha militato nella squadra del Corbetta con Riccardo Grittini, il quale ha affermato di non aver mai notato in lui atteggiamenti o comportamenti di tipo discriminatorio: «A volte, dopo le partite, uscivamo insieme – ha detto il giocatore – Riccardo non mi ha mai dato motivi per pensare che ce l’avesse con le persone di colore».

L’avvocato Talamone, difensore di Bolchi, ha chiamato a testimoniare, invece, il parroco di Arnate don Walter: «Seguo con particolare attenzione le squadre dei più giovani e non ho mai visto nè sentito comportamenti razzisti nei confronti dei ragazzi stranieri che frequentano l’oratorio». Nella prossima udienza del 5 giugno verrà conclusa l’istruttoria con l’audizione di Muntari e la visione dei filmati della partita e subito dopo si procederà con la discussione.

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Pubblicato il 23 Aprile 2013
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