Manager e parrocchiani in lacrime al funerale di Giorgio Trombetta

Anche il numero uno di Generali in Italia, Raffaele Agrusti, ha ricordato con voce strozzata - in una basilica di San Vittore gremita - l'amico e braccio destro. Insieme ai parrocchiani di Giubiano

Non è facile sentire il numero uno italiano di Assicurazioni Generali fermare un suo discorso per l’emozione: la fama di questi grandi manager è di essere freddi, dediti alla carriera, di considerare i rapporti solo dal punto di vista professionale.  E invece a Raffaele Agrusti, country manager della più importante compagnia assicurativa italiana e una delle più importanti d’Europa, si è strozzata più volte la parola in gola quando ha ricordato il suo braccio destro, la pietra miliare della compagnia, il suo amico Giorgio Trombetta: morto improvvisamente, per quei casi che riserva il destino, in una giornata soleggiata sui monti di La Thuile.

L’ha fatto durante il suo funerale, che si è svolto in una basilica di san Vittore gremita di gente semplice e di manager in grisaglia: Agrusti ha parlato per ultimo, tratteggiando il carattere del collega e amico, ricordandone la schiettezza e la solidità morale «In certi ambienti dove la ricchezza e il potere possono inebriare», la sua capacita «Di trasformare la fatica in divertimento, e di far apparire semplice anche la cosa piu ardua» e la caratteristica, a volte spinosa, di «Non dissimulare ciò che sentiva» e di «Pronunciare battute articolate, che studiavano il valore umano e culturale dell’interlocutore». Pronunciando in ultimo un commovente e strozzato «Ci mancherai».

Ultimo, ma non primo: celebrata da dieci prelati, quattro dei quali hanno fatto la storia recente della parrocchia di Giubiano (C’erano l’attuale parroco don Giuseppe e il precedente, don Mario, che ora è a Cermenate. C’erano l’ex coadiutore don Piero ora parroco a Gavirate e l’attuale collaboratore don Pino, più noto per la sua attività a La Casa di Varese), la funzione ha visto una altrettanto commovente predica pronunciata da don Paolo, amico di vecchia data, che ora "è a Roma", al lavoro nella Curia Romana, ed è volato qui per accompagnarlo alla casa del Padre.
Ma dopo un discorso ampio, pieno di speranza, che ricordava come «Dio non ci lascia mai soli: continua a dirci "sono io, non abbiate paura"» e che «Ciò in cui fino ad oggi Giorgio ha creduto ora ha avuto la grazia di vederlo in faccia», alla fine ha confessato: «Voi potete solo immaginare la fatica che sto facendo per dire tutto questo: per il legame che c’è tra me e Giorgio, ma soprattutto perché stasera non potrò sentirlo al telefono rimproverarmi per quello che ho detto, con la certezza che lo fa perchè mi vuole bene».

E così ha parlato, inevitabilmente, anche dell’amico: Giorgio «Il provocatore, ma che provoca al cambiamento, a migliorare», Giorgio che «Amava la vita e mi ha insegnato sempre a guardare la realtà di quel che siamo», Giorgio che era «Un uomo giusto e libero».   E anche Giorgio che ha saputo unire nella basilica di Varese, per una occasione che nessuno di loro si augurava, centinaia di funzionari milanesi (e oltre: c’erano manager anche da oltralpe) mescolati ai parrocchiani di Giubiano che portava a fare volontariato con la jeep, o alle persone che hanno condiviso con sua mamma i pomeriggi all’oratorio.

Tutti insieme, in un silenzio addolorato e condiviso ad ascoltare il coro cantare in maniera angelica: canoni in latino ma anche “Il signore delle cime”, in una miscellanea che ha saputo riportare ad unità, in questa occasione cosi difficile ma anche importante, la sua vita di altissima professionalità alla sua realtà di parrocchiano. Perchè «Giorgio sapeva che la sua vita procedeva secondo due fattori: la libertà e lo Spirito Santo» ha ricordato l’amico don Paolo «Ora lui non ha più bisogno di credere a un sacramento: lui ora Vede. Invochiamolo per noi, allora, lo Spirito Santo: perchè un fatto doloroso come questo non può che provocare in noi un cambiamento».

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 18 Aprile 2013
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.