“Nessun riferimento a Hitler, né braccia tese. Si sono comportati bene”
Il presidente dell'associazione "I nostar radiis" racconta come è nata la festa promossa come ventennale di "Varese Skinheads" in ricordo della nascita di Hitler: "Il contratto firmato dall'associazione culturale Dora"
«Sono persone di destra che hanno fatto un concerto con musica di destra. Tutto qui. Nessun braccio teso, nessuna maleducazione, nessun ricordo di Hitler. L’unico errore che hanno commesso era essere vestiti tutti di nero e in tanti con le teste rasate».
Dino Macchi, oltre a essere assessore a Vedano Olona, è il presidente dell’associazione "I nostar radiis", l’associazione che gestisce l’ara feste di Malnate dove si è svolta sabato sera, 20 aprile, una festa promossa dagli organizzatori come un ritrovo di Skinheads, nel giorno della nascita di Hitler.
«Abbiamo concesso l’area come sempre, come accade per tutte le associazioni che ne fanno richiesta – spiega Macchi -, ma tutto questo casino è stato creato da voi giornalisti: io sabato sera ero presente, ero dietro al bancone che dava i panini e vedevo benissimo il palco. C’erano famiglie con bambini, tutti chiedevano per favore e per piacere per avere le cose, tenevano puliti i bagni come non fa nessun’altra associazione. Posso inoltre giurare che nessuno ha mai nominato Hitler e nemmeno si sono alzate braccia tese».
Sulla bagarre a livello nazionale che ha investito la festa, Macchi dice che si è voluto solo creare un caso. «Io credo che la cultura non abbia colore e non ho mai negato l’area a nessuno, nemmeno a quelli di sinistra con la loro musica e con cui l’anno scorso mi hanno creato parecchi problemi col vicinato».
L’assessore racconta come è nata l’organizzazione della festa: «Si sono presentati da me due ragazzi, vestiti bene e senza tatuaggi. Mi hanno chiesto l’area per festeggiare un concerto. Ho chiesto informazioni sul motivo dell’iniziativa e mi hanno detto che era per festeggiare l’anniversario della nascita della loro associazione. Ho detto loro che però il 20 aprile faceva ancora freddo, ma a loro non importava. Che male c’è? Ci siamo incontrati una seconda volta e si è presentato anche un ragazzo di Morazzone che conosco di vista, una brava persona. Abbiamo firmato un contrattino per essere tutelati in caso di danni, come accaduto in passato con altri. Tutto è stato sistemato».
Ma chi ha firmato il contratto? «L’associazione "I nostar radiis" e l’associazione culturale Dora (qui il gruppo Facebook della Comunità Militante Dei Dodici Raggi) – risponde Macchi -. Nessuno ha mai parlato di Skinheads. La prima volta che ho sentito parlare della ricorrenza per la nascita di Hitler come motivazione della festa è stato il giorno dopo, dai giornali».
Macchi è furioso con quello che è successo: «Mi sono rotto, ero presente, lo ripeto e non è successo nulla di quanto è stato detto finora, anche perchè io di giornalisti presenti non ne ho visti. Certo, era musica che ho capito dopo essere di destra, a me non piace neppure, a me piace il folk. Ma sono fatti loro. C’era anche la Digos che poi se ne è andata. Sapete cosa dico? Che prima della festa sono persino venuti a dirmi di non servire super alcolici, solo birra. Uno di loro era all’ingresso dei bagni a pulire ogni volta che entrava qualcuno perchè pioveva e c’era molto fango. E il giorno dopo si sono presentati in venti a pulire per terra e a passare lo straccio sul palco. Non lo ha mai fatto nessun’altra associazione. Se avessi visto braccia tese e osannare Hitler avrei chiamato io per primo i carabinieri. Ma non è successo nulla di tutto ciò».
Chiediamo al presidente dell’associazione se ora, dopo aver visto che anche gli organizzatori hanno promosso l’iniziativa come Varese Skinheads, avrebbe concesso l’area. «Per me loro erano l’associazione culturale Dora – risponde -. Così hanno firmato i documenti con cui poi abbiamo chiesto i permessi al Comune. A me conta che poi si siano comportati come si sono comportati. C’erano anche le telecamere e nessuno mi ha chiesto le registrazioni. Cosa ho imparato? Che la prossima volta che qualcuno mi chiede l’area, chiederò anche cosa vota».
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