Pedofilia, i parenti costringono lo zio ad autodenunciarsi

L'uomo, 65 anni, aveva abusato della nipotina la quale aveva raccontato tutto alla madre, a sua volta vittima trent'anni prima dello stesso parente. Questa volta la famiglia l'ha messo alle strette e lui si è consegnato in commissariato

Anni di silenzio per la vergogna e per la paura di affrontare i ricordi di violenze e abusi del passato ma quando lo zio ha messo le mani anche sulla nipotina di 10 anni e questa lo ha raccontato alla madre, la famiglia ha deciso di affrontarlo e metterlo davanti all’evidenza dei fatti: "Questa volta non la passi liscia, o ti autodenunci o lo facciamo noi". E’ così che l’anziano zio sessantacinquenne ha confessato di aver commesso atti sessuali nei confronti della nipotina di 10 anni ed è da oggi, martedì, agli arresti nella sua abitazione in un comune della Valle Olona. Trent’anni fa era stata proprio la mamma, insieme ad un’altra parente, a subire quel tipo di violenza sessuale ma le due vittime avevano deciso di non raccontarlo e tenerlo per sè, fino a qualche giorno fa.

I fatti sono venuti alla luce lo scorso 20 aprile quando l’uomo, accompagnato dal proprio legale, si è presentato spontaneamente negli uffici del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio e ha dichiarato di volersi auto-denunciare. I poliziotti, resisi conto della gravità dei fatti prospettati, lo hanno subito accompagnato davanti al sostituto procuratore di Busto Arsizio Pasquale Addesso, che ne ha raccolto la confessione resa nel corso di un interrogatorio. 
Contemporaneamente gli agenti hanno rintracciato e sentito la minore, con l’assistenza di una psicologa, e alcune donne imparentate con l’indagato. Dalle loro dichiarazioni è emerso che l’uomo, negli ultimi mesi, aveva avuto più volte toccato la nipotina nelle parti intime e che molti anni fa aveva commesso analoghi abusi anche su altre donne della famiglia, allora bambine, le quali fino a questo momento non li avevano rivelati per paura e vergogna. 

Proprio il recente ripetersi degli abusi sulla piccola aveva però riportato alla luce quei terribili ricordi e convinto le donne ad affrontare a viso aperto il parente, che finalmente si è convinto ad ammettere la propria responsabilità per gli episodi attuali e per quelli passati.  Il giudice per le indagini preliminari Alessandro Chionna, valutati tutti gli elementi raccolti, ha emesso la misura cautelare domiciliare che è stata eseguita dagli uomini del Commissariato.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Aprile 2013
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