Terra e acqua nella narrazione Sfroosiana
Uno spettacolo nuovo Teritoritur, dove Davide Van de Sfroos sfrutta diversi elementi multimediali e recita tra una canzone e l'altra
La luce, la terra e l’acqua ricorrono in continuazione nel nuovo spettacolo di Davide Van de Sfroos. Teritoritur è molto più di un concerto. È un percorso lungo alcune pieghe della vita e dell’intimo rapporto tra noi e "il suolo che calpestiamo". È il coraggio di asoltare inquietudini, ma anche gioie del vivere quotidiano. Come quel ragazzo che si ritrova per la prima volta in riva al lago, lui che non ne ha mai conosciuto uno, e che non sa quale violenza possa sprigionarsi da un cielo tempestoso. Il vento gli darà il tempo per capire prima di lasciar giungere fulmini e saette.
Davide Bernasconi, in arte Van de Sfroos, ha messo in scena uno spettacolo coraggioso. A volte riuscitissimo, come nel prologo di "La machina del ziu Toni", o in "Pica" dalle sonorità intense ed etniche. A volte è più faticosa e un po’ forzata la ricerca degli intermezzi. In ogni caso Teritoritur è un vero spettacolo e non un semplice concerto.
A tratti, nell’impalcatura del lavoro, ricorda il "teatro-canzone" di Giorgio Gaber. Di differente, a parte un diverso uso dei testi, ma soprattutto dei temi, ha l’inserimento di elementi multimediali. Nello spettacolo scorrono alcuni video (fantastico l’ultimo su un treno a vapore e vestiti in maschera da riportarci all’inizio del secolo scorso) e diverse immagini scattate da Van de Sfroos stesso.
Sulla parte canora nulla da dire e la scelta della corista Liesle è stata perfetta. Oltre alla bellezza e alla grazia, porta calore allo spettacolo. La bergamasca capoverdiana ha una voce splendida e accompagna Davide senza intaccare tutta la forza della particolare intensità canora del cantautore.
Teritoritur, prima dei bis, si chiude con una rivisitazione di "Dove non basta il mare". Lì Van de Sfroos si supera, allargando a quelle della canzone originale, ulteriori sonorità e lingue.
Un pubblico calorosissimo è stato il "protagonista" in più che ha reso tutto lo spettacolo ancora più intenso. Due ore e mezzo tirate, senza alcuna pausa, e con una scaletta che ha lasciato qualcuno con la voglia non appagata di ascoltare la propria canzone preferita. Quando succede così è però il segno della maturazione profonda che un artista ha compiuto.
Il 3 maggio si replica nel più raccolto Teatro Condominio a Gallarate. Merita una serata.
La nostra lunga diretta mutimediale con video delle prove, foto e altro da dietro le quinte
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