“Un governo di servizio al Paese”

Lo ripete, due, tre quattro volte, fra gli stucchi e i corazzieri del Quirinale: “Sarà un governo di servizio al Paese”. Da poco passata la una, ed Enrico Letta entra nella sala stampa per annunciare di aver accettato con riserva di formare un governo: nelle prossime ore si attendono sviluppi, con la quasi certezza che il vice segretario del Pd si recherà al Colle con una rosa di nomi, e poi al Parlamento con un programma per ricevere la fiducia.
I NOMI – Il “totoministri impazzerà” – ha spiegato Letta – “ma i nomi li farò solo quando scioglierò la riserva da Napolitano”
I TEMPI – "Domani si svolgeranno le consultazioni e nel più breve tempo possibile tornerò da Napolitano per sciogliere la riserva”: nessun giuramento questa sera, quindi.
IL PROGRAMMA – Le parole d’ordine sono riforme e stabilità. Riforme importanti anche costituzionali riguardanti il bicameralismo; norme per superare l’impasse, vedi legge elettorale. Massima attenzione, e misure urgenti dedicate ai temi del lavoro, a chi non ce l’ha, alle aziende che stanno chiudendo. Soprattutto, uno degli obiettivi di questo “servizio al Paese” consisterà di “moralizzare la vita politica italiana”: "Stiamo vivendo un’emergenza enorme e insopportabile in cui la politica ha perso tutta la sua credibilita”.
I TOSCANI – Pisano di nascita, Letta nel suo discorso ha fatto un doveroso riconoscimento ai suoi conterranei. “Matteo Renzi e Giuliano Amato sono altri due toscani come me che stimo e di cui mi ritengo amico". "Voglio ringraziarli per le parole che hanno espresso anche in questi minuti. Voglio confermare che questo rapporto resta e spero possa essere molto utile per individuare le modalità migliori e parlare al Paese e trovare i contenuti giusti perché questo governo sia utile all’Italia”
NAPOLITANO – “La mia scelta è caduta su di lui tenendo conto che appartiene ad una generazione giovane, ma ha già accumulato importanti esperienze a livello parlamentare e nell’attività di governo” e in ambito culturale. Giorgio Napolitano ha fatto il suo ingresso di fronte alle telecamere subito dopo il breve discorso del candidato incaricato a guidare Palazzo Chigi. “Dai partiti, già predisposti a collaborare, non sono state poste pregiudiziali sul nome e mi è stata data tutta la libertà e massima autonomia" di azione ha detto il Presidente della Repubblica spiegando che, nel dare l’incarico a Enrico Letta "ho tenuto conto delle consultazioni di ieri" con le forze politiche.
Il Capo dello Stato ha lanciato due moniti nel suo discorso. In primo luogo ha ritenuto “essenziale in questa fase si affermi un clima di massimo rispetto reciproco tra le forze politiche, riconoscendo il ruolo che ciascuna di esse deve avere". Poi, riferendosi ai giornalisti presenti in sala: ”Confido che tutti cooperino, anche i mezzi di informazione per creare il clima di massima distensione piuttosto vecchie tensioni’.

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