L’azienda del sindaco e il rebus degli odori “insalubri”
Cinque persone accusate davanti al gup. I titolari, tra i cui il primo cittadino di Arcisate, si difendono: mancava solo un’autorizzazione
La storia di un’azienda, e delle emissioni che davano fastidio ai vicini di casa, è finita oggi davanti al giudice delle indagini preliminari del tribunale di Varese Anna Giorgetti. L’udienza è stata subito aggiornata ma intanto la procura della repubblica pare decisa a chiedere il rinvio a giudizio per cinque persone, tra questi i titolari della Alba di Bedero Valcuvia, azienda che ha tra le sue attività imballaggi flessibili, bobine e sacchetti neutri o stampati e che riveste un interesse di cronaca anche perché uno dei due titolari indagati è l’attuale sindaco del comune di Arcisate, Angelo Pierobon.
La vicenda nasce dal fatto che i residenti (la ditta è in via per Ganna) avevano segnalato da tempo emissioni fastidiose da parte della ditta, lamentando anche pruriti e fastidi oltre al cattivo odore. I due titolari della ditta sono accusati di non aver gestito bene le emissioni. I residenti avevano quindi inviato un esposto alla procura. In particolare, una donna, Rossella Sportelli (che si costituirà parte civile) aveva organizzato un piccolo comitato e, nel 2009, si era candidata in consiglio comunale a Bedero, dove oggi è la capogruppo dell’opposizione. Assistita dall’avvocato Fabio Ambrosetti, la donna ha lottato contro gli odori della fabbrica e tramite il suo legale fa sapere che un eventuale risarcimento sarebbe comunque devoluto in beneficenza.
Detto questo, va però anche ricordato che cosa pensano dall’altra parte della barricata. Al titolare Pierobon viene infatti contestata una mancata autorizzazione provinciale per aver esercitato impianti generativi di emissioni in atmosfera, da qui l’accusa alla sua ditta di essere divenuta un impianto definito “insalubre di prima classe”.
L’imprenditore replica che il suo avvocato chiederà uno stralcio, e che chiederanno altresì di poter trasformare l’imputazione in un’ammenda. Il capo di imputazione contesta anche l’abuso d’ufficio a due tecnici comunali, che avrebbero permesso dei lavori non autorizzati nella ditta in questione, e un reato di esercizio abusivo della professione a un geometra che avrebbe firmato la Dia di alcuni lavori architettonici, pur non potendolo fare. Nell’indagine era stato chiamato in causa anche l’ex sindaco del paese di Bedero, nel frattempo purtroppo deceduto. Quanto all’accusa di aver determinato emissioni insalubri, i titolari replicano che la contestazione riguarda solo una lavorazione secondaria come le saldatrici per materie plastiche. Sarà il gip a decidere chi ha ragione nella prossima udienza dell’11 luglio.
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