Letta: “Abolire definitivamente le province”
I passaggi del discorso alla Camera del neo presidente del Consiglio sulla necessaria riforma delle istituzioni, tramite l’avvio di una speciale Convenzione
«Tutta l’impresa italiana, per crescere, ha bisogno di più semplicità, di un’alleanza tra la pubblica amministrazione e la società, senza tollerare le sacche di privilegio. La burocrazia non deve opprimere la voglia creativa degli italiani ed è per questo che bisognerà rivedere l’intero sistema delle autorizzazioni. Bisogna snellire le procedure e avere fiducia in chi ha voglia di investire, creare, offrire posti di lavoro». Parole che ha usato il neo presidente del consiglio, Enrico Letta, durante il discorso alla Camera dell’altro giorno. Letta ha voluto rimarcare il proprio programma anche riguardo alle provincie oggi in via di riorganizzazione, come quella di Varese che è stata commissariata e adesso è guidata dall’ex Presidente, Dario Galli.
Parlando della Convenzione per la riforma della Costituzione, Letta ha spiegato che «L’obiettivo complessivo è quello di una riforma che riavvicini i cittadini alle istituzioni, rafforzando l’investitura popolare dell’esecutivo e migliorando efficienza ed efficacia del processo legislativo. I principi che devono guidarci sono quelli di una democrazia governante: la capacità degli elettori di scegliersi i propri rappresentanti e di decidere alle elezioni sui governi e le maggioranze che li sostengono».
E ancora: «Bisogna riordinare i livelli amministrativi e abolire definitivamente le province. Semplificazione e sussidiarietà devono guidarci al fine di promuovere l’efficienza di tutti i livelli amministrativi e di ridurre i costi di funzionamento dello Stato. Questo non significa perseguire una politica di tagli indifferenziati, ma al contrario valorizzare comuni e regioni per rafforzare le loro responsabilità, in un’ottica di alleanza tra il governo e i territori e le autonomie, ordinarie e speciali. Bisogna altresì chiudere rapidamente la partita del Federalismo fiscale, rivedendo il rapporto fiscale tra centro e periferia salvaguardando la centralità dei territori e delle Regioni. Si può anche esplorare il suggerimento del Comitato di Saggi istituito dal Presidente della Repubblica per la eventuale riorganizzazione delle Regioni e dei rapporti tra loro».
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