Preghiera o mozione? Il giovedì che divide i fedeli

Consiglio comunale e solennità del Corpus Domini coincidono e due consiglieri di opposizione rimproverano il sindaco per la processione dimenticata

don camillo pepponeAdempiere all’impegno istituzionale oppure osservare la ricorrenza religiosa, per di più "di precetto"? È un bel dilemma quello sollevato al sindaco del Comune di Sesto Calende dai consiglieri di minoranza Elena Pedretti e Federico Quaglini. Domani, giovedì 30 maggio, è infatti giorno di consiglio comunale ma è anche, per i fedeli cattolici, la serata del Corpus Domini, una delle principali solennità dell’anno liturgico della Chiesa cattolica. I consiglieri, in una lettera al sindaco Marco Colombo e inviata per conoscenza anche al prevosto don Luigi Ferè, «esprimono vivo rammarico perché la suddetta convocazione è stata fissata nella sera delle solenni celebrazioni religiose del Corpus Domini a cui tradizionalmente la comunità sestese ha sempre partecipato numerosa e noi stessi avremmo gradito partecipare». Pedretti e Quaglini hanno perciò invitato il sindaco e la giunta «a tenere conto nel prossimo futuro della dovuta sensibilità religiosa e rispetto delle solennità che nel corso dell’anno liturgico della Chiesa Cattolica vengono celebrate anche nella nostra comunità. Per similitudine – proseguono – ricordiamo, ad esempio, il comunicato promulgato dal Ministero dell’Interno relativo al calendario delle festività ebraiche perché in accordo con l’Unione delle comunità ebraiche se ne tenga conto con il dovuto rispetto, cosa che chiediamo anche per le festività cattoliche».  

Immediata la risposta del primo cittadino, che confessa: «nel momento in cui ho individuato il 30 maggio come data più indicata, non ho avuto presente che sarebbe coincisa con una manifestazione religiosa cittadina. Nello scegliere la data del Consiglio, ho dovuto tener conto di una serie di scadenze istituzionali e anche dei miei impegni personali. La legge – prosegue Colombo – mi dice che non ho violato nessuna norma giuridica, la mia coscienza mi dice che nella mia scelta non c’è stata nessuna volontà di penalizzare i consiglieri e i cittadini intenzionati a partecipare alla tradizionale processione. Ciò nonostante, poiché ritengo mio dovere di sindaco (prima ancora che di cattolico ) rispettare la sensibilità religiosa di tanti miei concittadini, mi scuso per quanto è successo e mi impegnerò per evitare che si ripeta». 

Al fine della scelta su cosa fare domani sera potrebbe far comodo sapere che, secondo il diritto canonico, durante una festa di precetto «i fedeli sono tenuti all’obbligo di partecipare alla Messa; si astengano inoltre, da quei lavori e da quegli affari che impediscano di rendere culto a Dio e turbano la letizia propria del giorno del Signore o il dovuto riposo della mente e del corpo». Se il consiglio comunale rientri o meno in queste attività sarà una valutazione soggettiva di chi sceglierà a quale ricorrenza partecipare.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Maggio 2013
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