Protesta degli indunesi sul cantiere della ferrovia
Nonostante il tavolo di confronto che si è svolto i cittadini sono scesi in strada per far sentire la loro protesta e il loro disagio nel convivere con gli scavi
Nonostante il tavolo di confronto che si è svolto sul cantiere della ferrovia, che in parte ha aperto nuove speranze con la promessa della ripresa dei lavori con l’inizio della nuova settimana, gli indunesi sono scesi lo stesso in strada per far sentire la loro protesta e il loro disagio nel convivere con gli scavi aperti in centro paese.
Convocati dal sindaco Maria Angela Bianchi, che di fronte al silenzio delle istituzioni negli ultimi mesi ha cercato di far risuonare il campanello di allarme, almeno un centinaio di persone, tra sindacalisti, ambientalisti e semplici cittadini, si sono trovati proprio nel luogo che più rappresenta la difficile convivenza con il cantiere aperto e fermo da mesi, lungo la via Jamoretti laddove incrocio il tracciato della ferrovia.
Qui la strada è tutta un cantiere e sulla carreggiata d’ingresso si vedono le buche provocate dai camion che, un tempo, andavano e venivano. «Eravamo pronti a sopportare tutto – spiega il sindaco Bianchi – ma non che questo tutto si bloccasse e ritardasse il termini delle scadenze previste. Per i cittadini vivere in queste condizioni è durissimo e il comune non può essere lasciato solo a cercare di riparare i danni provocati dal cantiere:
Questa mattina tutti i presenti si sono messi in coda per firmare una lettera indirizzata al ministro Lupi, al Governatore Maroni e all’assessore Del Tenno, e ai responsabili di Rfi e Ics Grandi Lavori, sollecitando un intervento e l’ottemperanza alle dichiarazioni fatte nei giorni scorsi, non ultimo venerdì 24 maggio, su una soluzione in grado di sbloccare la situazione.
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